Specialistica: Immateriale

Il paese simbolo di una ricostruzione che non c’è

Immagine edificio di Bisaccia
di Francesca Gorini

Nel libro fotografico “The Bisaccia Iacp” curato dalla ricercatrice dell’Istituto di scienze dell’alimentazione Sabina Porfido in collaborazione con il geologo Efisio Spiga, il piccolo centro dell’Irpinia diventa l’esemplificazione paradigmatica di un'odissea costruttiva. Quella delle case popolari nella zona colpita dal disastroso terremoto del 1980. La testimonianza visiva denuncia opere eternamente incompiute e occasioni mancate

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Dopo “Ricostruzione 1980-2020” - opera in due volumi che ripercorreva lo stato della ricostruzione conseguente al terremoto irpino-campano del 1980 nella città di Avellino e in una serie di piccoli comuni limitrofi, edita nel 2021 da Edizioni Blurb - la ricercatrice dell’Istituto di scienze dell’alimentazione del Cnr di Avellino Sabina Porfido e il geologo-fotografo Efisio Spiga tornano sul tema con il libro fotografico “The Bisaccia Iacp”, appena pubblicato dalla stessa casa editrice (https://it.blurb.com/b/11271389-the-bisaccia-iacp). L’introduzione al volume è a cura di Giovanni Lombardi dell’Istituto di studi sul Mediterraneo (Ismed) del Cnr di Napoli.

Questa volta, il lavoro si concentra sul piccolo paese irpino di Bisaccia documentando, attraverso le immagini raccolte sul campo, il risultato degli insediamenti di edilizia pubblica a distanza di oltre 40 anni dal sisma: le Iacp appunto, ovvero il piano insediativo delle case popolari. L’indagine restituisce un quadro in cui i grandi edifici abbandonati, talvolta ridotti a veri e propri ruderi, diventano il simbolo della ricostruzione mancata. Spiega Porfido: “Il terremoto del 1980 è stato solo l’ultimo degli eventi sismici che hanno interessato la zona, colpita nei secoli scorsi dai forti terremoti del 1694, 1732, 1851 e del 1930. Proprio a seguito di quest’ultimo, fu deciso il trasferimento del paese di Bisaccia dal suo nucleo originale a una zona posta circa un chilometro e mezzo più ad ovest. Oggi, quindi, esistono due località che rispondono al nome di Bisaccia: il vecchio e antico borgo recuperato intorno al Castello Ducale e la nuova Bisaccia del ‘Piano di Zona’, completamente riprogettata secondo un piano urbanistico avveniristico dell’architetto Aldo Loris Rossi, costituito da strutture moderne spesso sovradimensionate rispetto al reale fabbisogno, e che non hanno ancora visto il completamento definitivo”.

Bisaccia: un edificio abbandonato

Bisaccia: un edificio abbandonato

Gli scheletri di edifici e le colline di detriti delle case dell’Iacp, fotografati nella totale assenza di persone, rendono con nitida precisione anche il senso di estraneità della progettazione rispetto alla ricchezza del paesaggio e alle caratteristiche del territorio, con ripercussioni sul senso identitario della comunità: “Una storia burocratica e tecnico-amministrativa lunga decenni che equivale a una moderna odissea: gli enormi cumuli di macerie fotografati mettono a nudo, pagina dopo pagina, ancora una volta il fallimento politico e sociale della ricostruzione”, conclude la ricercatrice. 

Uno scheletro di cemento armato si staglia nella campagna intorno al Paese

Uno scheletro di cemento armato si staglia nella campagna intorno al Paese

L’introduzione al volume è a cura di Giovanni Lombardi dell’Istituto di studi sul Mediterraneo (Ismed) del Cnr di Napoli.

Titolo: ​​​“The Bisaccia Iacp” (ISBN 979-8-21-063153-4)
Categoria: Specialistica (libro fotografico)
Autori: Sabina Porfido, Efisio Spiga
Editore: Blurb Edizioni
Pagine: 88
Prezzo: 119,53