“Una buona scienza è arte”, dice Paul Feyerabend nel “Dialogo sul metodo”. “Essere medico”, ricorda lo storico del pensiero Jean Starobinsky, “è rivolgersi sempre a una persona”. Dunque la medicina non può essere solo una scienza applicata, una tecnica, è anche un coacervo di sensibilità, disponibilità, intuito, immaginazione, esperienza… Il problema è proprio come contemperare la medicina oggettiva e quella soggettiva, basandosi sull’evidenza senza perdere l’umanità. In mezzo a questo ampio spettro professionale c’è la strumentazione, che permette di conoscere o di agire, di estendere i sensi e di aumentare la nostra conoscenza, quasi fosse un’articolazione dell’organismo di chi ne fa uso.
“Non c’è apprendimento umano senza l’aiuto di uno strumento”, scrive Francesco Adammi ne “La borsa del medico” (Hoepli), e gli strumenti “usati in campo medico non sono da meno”. I dieci strumenti presentati nel libro “parlano del pensiero medico sviluppatosi in Occidente e dei concetti di salute e malattia nei secoli fino a oggi, in un viaggio attraverso la storia della medicina incontrando chi li ha inventati”.
Il termometro clinico, uno dei primi strumenti usati in medicina, la cui invenzione avvenne all’inizio del Seicento, per esempio, ha consentito di passare “progressivamente (non senza intoppi e accese dispute) dalla soggettività del giudizio del medico all’oggettività della misura”. E, quindi, ha condotto all’applicazione di metodi matematici alla medicina, consentendo all’uomo di provare a dominare anche questo campo mediante un calcolo razionale.
“Nella pratica medica odierna ai cinque sensi e agli oggetti contenuti nella borsa del medico inevitabilmente si integrano altre informazioni, provenienti da apparecchiature più complesse”, pensiamo solo all’imaging. Eppure “la genesi di molti strumenti attualmente usati in medicina” non deriva “solo dal progresso delle conoscenze tecnico-scientifiche ma anche da altre forme di indagine del reale”, poiché il progresso non avviene “attraverso un percorso lineare, razionale, ordinato, chiaro o coerente”. In una società che spesso esalta e talvolta eccede nell’uso degli strumenti è bene dunque tenere a mente il “binomio inscindibile fra uomo e strumento che nel Rinascimento trovò una sua propria esaltazione” con le botteghe da cui sono nati alcuni dei nostri maggiori geni.
Titolo: La borsa del medico
Categoria: Ragazzi
Autore: Francesco Adammi
Editore: Hoepli
Pagine: 180
Prezzo: 12,90