Focus: Festival

Medicina tra percezione e realtà

Illustrazione evento del Festival
di Ilaria Schizzi

Qual è la differenza tra farmaco e psicofarmaco? Chi deve prescriverli? Il laboratorio “(Psico)farmaci questi sconosciuti: quando il “bugiardino” non basta”, organizzato nell’ambito del Festival della Scienza di Genova, cerca di rispondere a queste e altre domande grazie ad alcuni chiarimenti della tecnologa Ilaria Schizzi dell'Istituto di scienze e tecnologie chimiche “Giulio Natta”

 

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Alla luce delle indagini epidemiologiche che indicano comportamenti scorretti e abuso di farmaci, in particolare di psicofarmaci - soprattutto nella popolazione giovanile -, l'Istituto di scienze e tecnologie chimiche “Giulio Natta” (Scitec) del Cnr ha raccolto la proposta di Alisa-Regione Liguria di realizzare un’azione di educazione sanitaria attraverso il laboratorio “(Psico)farmaci questi sconosciuti: quando il “bugiardino” non basta” nell’ambito del Festival della Scienza di Genova edizione 2022.

Il laboratorio affronta il tema del linguaggio della medicina, spesso frainteso o non compreso completamente a causa sia di difficoltà intrinseche al linguaggio stesso, sia di percezioni erronee legate alla propria soggettività o esperienza, con ricadute sulla compliance così come, più in generale, sull’appropriatezza dell’assunzione dei farmaci. L’obiettivo del laboratorio è dunque quello di fornire a giovani e meno giovani corrette e adeguate informazioni.

Come punto di partenza per questo percorso è stata scelta l’analisi di un “foglio illustrativo”, a partire dalla riflessione sul termine popolare “bugiardino” spesso utilizzato per indicarlo. Come mette in rilievo l’Accademia della crusca il termine deriva dall'aggettivo “bugiardo” con il suffisso del diminutivo “ino”, sia per le dimensioni dell'oggetto sia per attenuare l'appellativo con una vena di ironia. Il settore in cui il termine è nato sembrerebbe proprio quello medico-ospedaliero: si tratterebbe quindi di una voce paragergale accolta ben presto dai cittadini comuni. Questo nome porta con sé l’accusa, rivolta al “foglio illustrativo”, di sorvolare sui difetti del farmaco per esaltarne i pregi: l’analisi della forma e del contenuto dei nuovi “fogli illustrativi”, condotta con i fruitori del laboratorio, non solo insegna come approcciarsi correttamente a questi strumenti, ma mette in luce come negli ultimi anni la consapevolezza dell’utilizzatore sia ritenuta indispensabile e venga valorizzata anche attraverso indicazioni normative, sottolineando il ruolo dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) in questo processo.

All’analisi del significato delle parole “farmaci” e “psicofarmaci” segue una “lezione” scientifica su questi ultimi. Viene spiegata l’interazione a livello sinaptico degli psicofarmaci con i neurotrasmettitori, illustrando come le diverse aree cerebrali, che hanno funzionalità specifiche, agiscano con combinazioni di molecole differenti. Il presupposto è che alla base dei disturbi e dei sintomi psichici ci siano alterazioni o malfunzionamenti di questo sistema delicato: viene messo in luce come il meccanismo farmacologico profondo attraverso cui queste molecole cambiano la funzionalità di alcuni neurotrasmettitori sia estremamente complesso e diversificato, non solo tra le classi di psicofarmaci, ma anche al loro interno. Vengono illustrati dunque i principali meccanismi di azione degli psicofarmaci: aumento degli effetti inibitori del Gaba, inibizione della ricaptazione della serotonina, sollecitazione della produzione di noradrenalina, dopamina e serotonina, inibizione delle monoaminoossidasi, inibizione della produzione di dopamina. Gli psicofarmaci rappresentano dunque una possibile, anche se non esaustiva, risposta nel complicato gioco tra aree cerebrali e neurotrasmettitori, emozioni, pensieri e comportamenti; ma si tratta di una risposta che può essere data solo ed esclusivamente in base a una valutazione, a una prescrizione e a uno stretto controllo medico.

Viene spiegato come, infatti, in Italia possono essere pubblicizzati al pubblico soltanto i farmaci da automedicazione o Otc ("Over The Counter") che sono liberamente accessibili nel punto vendita (self-service) e i farmaci Senza Obbligo di Prescrizione o Sop, che possono essere venduti su richiesta e consiglio del farmacista. Per mettere in risalto questo concetto, e anche per suscitare la curiosità e il dibattito, viene mostrato, come contrasto rispetto alla sensibilità e alle linee guida nazionali e internazionali odierne, un prodotto multimediale che colleziona immagini di vecchie pubblicità di farmaci e psicofarmaci. Se è vero che oggi anche gli psicofarmaci sono farmaci sicuri è altrettanto vero che devono essere assunti sempre e solo sotto controllo medico: l’auspicio è quello di dare un contributo, attraverso la nostra azione di divulgazione scientifica, a questa consapevolezza nella cittadinanza.

Fonte Ilaria Schizzi, Istituto di scienze e tecnologie chimiche “Giulio Natta” (Scitec-Cnr) e-mail: ilaria.schizzi@scitec.cnr.it

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