Saggi: Mission impossible

Scoperte imprevedibili

Copertina del volume Serendipità
di Lorenzo Amato

Il saggio "Serendipità" (Raffaello Cortina editore), del filosofo della scienza ed evoluzionista Telmo Pievani, affronta un tema sfuggente e, al contempo, denso di fascino: l'evento "serendipitoso" nel quale, mentre si sta cercando qualcosa si trova tutt'altro

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Nel saggio "Serendipità" (Raffaello Cortina editore), il filosofo della scienza ed evoluzionista Telmo Pievani affronta uno dei temi e dei concetti scientifici più sfuggenti e, al contempo, densi di fascino: l'evento nel quale, mentre si sta cercando qualcosa, ci si imbatte in tutt'altro. La scoperta assolutamente inattesa e imprevista, ma importante, che cambia o può cambiare di molto, le sorti della storia individuale e generale. Nel caso della scienza - sulla quale il libro si concentra maggiormente, anche se non esclusivamente - essa può influenzare anche radicalmente lo sviluppo del progresso, sebbene come scrive Pievani, non in automatico.

Come viene mostrato dall'autore nel suo ricco e articolato excursus storico accanto a occasioni fortunate e inaspettate colte al volo (grazie all'intuito, alla prontezza e alla preparazione dei ricercatori) in modo fruttuoso, vi furono anche quelli che l'autore definisce casi di "serendipità inversa", "serendipitose", non viste oppure trascurate, oppure ancora prese in considerazione dai loro scopritori ma guardate con scetticismo dagli altri studiosi contemporanei. Le scoperte o invenzioni che ne scaturirono furono ostacolate o lasciate in un cassetto, per poi venire riprese più tardi, a volte anche secoli dopo.

La scoperta "serendipitosa" non è interamente dettata dalla pura casualità, né è il frutto dell'attiva di ricerca metodica dello scienziato e del ricercatore. E' piuttosto l'unione e l'amalgama dei due fattori: il fuggevole, indeterministico "evento inatteso" e l'indagine scientifica, la preparazione "investigativa", assieme all'intuito e alla sagacia dell'individuo e del gruppo di scienziati coinvolti, ricettivi nei confronti del momento "cairologico" (dal greco Kairos, opportuno), in alcuni casi anche deviando dal tracciato originario del loro percorso metodologico, esplorando zone e sentieri imprevisti.

Una considerazione significativa riguarda il nesso tra la scoperta "serendipitosa" e la nostra ignoranza, nel suo senso etimologico: soltanto partendo da una condizione di non conoscenza di molte parti della realtà si possono fare scoperte assolutamente impreviste. Il passaggio dalla condizione in cui i ricercatori "non sanno di non sapere" a quella socratica in cui sanno di non sapere si verifica proprio nelle scoperte in cui è presente il fenomeno della serendipità, soprattutto se essa esiste in senso "puro" e "forte" (per Pievani, la serendipità può essere convenzionalmente suddivisa in vari gradi e tipologie), ossia in quei frangenti in cui la ricerca mira a un obiettivo preciso, ma poi si incappa in una scoperta anche molto differente, tale da riscrivere la mappa cognitiva del ricercatore o il suo bagaglio pregresso di conoscenze.

Aumentare la conoscenza e la consapevolezza in certi campi del sapere, dinamiche e fenomeni non diminuisce il nostro grado di ignoranza strutturale, che anzi viene evidenziato ancor di più e "aumenta" di pari passo col progredire della conoscenza. C'è un sorprendente parallelismo con ciò che affermava l'economista e sociologo Friedrich August Von Hayek, secondo cui l'ignoranza propria quindi del genere umano è strettamente connessa alla possibilità, insita negli esseri umani, di compiere azioni libere, inattese e imprevedibili a priori. Soprattutto per il fatto di non conoscere in modo esatto gli elementi e i fattori che stanno dietro ai fenomeni fisici e sociali, così come il non conoscere quelli più specifici che ci influenzano o che ci influenzeranno, possiamo dirci liberi nelle nostre azioni; se si potessero conoscere o calcolare tutte le variabili e le cause nascoste che concorrono a formare il nostro presente, e anche quelle determinanti il nostro futuro, non vi sarebbe più spazio per azioni indeterminate, casuali, possibili e contingenti.

La considerazione di Von Hayek è significativa e necessaria, ma non sufficiente ad affermare in toto la libertà, o per lo meno la sua possibilità.
E' necessaria, la presenza di un certo grado di indeterminatezza, una non conoscibilità e un'imprevedibilità dovute non soltanto al fatto che manchino i mezzi e le abilità di conoscere e prevedere, ma soprattutto perché la stessa natura delle influenze non è, almeno a certi livelli, pienamente determinabile a priori. Una inconoscibilità, imprevedibilità e indeterminabilità non solo dal punto di vista conoscitivo e operativo, relativa ai mezzi più o meno limitati o approssimativi con cui perveniamo a indagare, osservare o a operare sui fenomeni, ma anche e principalmente dal punto di vista ontologico, un'imprevedibilità e non determinabilità sia degli elementi di influenza, sia dei fenomeni osservati e del loro risvolto futuro, perché per loro stessa natura ed essenza non prevedibili.

titolo: Serendipità
categoria: Saggi
autore/i: Telmo Pievani
editore: Raffaello Cortina
pagine: 256
prezzo: € 15,00