Il filosofo tedesco Ludwig Wittgenstein suggerisce di tacere su ciò di cui non si può parlare; gli fece eco la Scuola del Bauhaus con il suo motto “Less is more”. Ma, oltre a essere un insegnamento del passato, sottrarre potrebbe costituire un modello per aiutarci a vivere meglio in futuro. Lo sostiene Paolo Legrenzi in “Quando meno diventa più" (Raffaello Cortina). Lungi dall’essere un elogio acritico della sottrazione, il nuovo libro del professore emerito di Psicologia dell’università Ca’ Foscari di Venezia spiega quali condizioni rendono più funzionale sfoltire invece di accumulare. “Se la totalità è più della somma delle sue parti, sottraendo una alla volta le parti dal tutto dovrà pur restare qualcosa?”, domanda l’autore. Certo, imparare a essere più leggeri e felici, in una società in cui togliere equivale a perdere, è un’inversione di tendenza che richiede tempo per essere metabolizzata. Lo sa bene chi è nato nel secolo scorso, abituato com’è a misurare il benessere in termini di crescita ed espansione sotto tutti i punti di vista (relazionale, professionale ed economico). E anche se il termine “crescita sostenibile” è entrato a far parte del lessico quotidiano, appare quasi un ossimoro dell’Occidente votato ai consumi.
Secondo Legrenzi la tendenza ad accumulare fa parte della nostra storia evolutiva: l’Homo Sapiens si sarebbe estinto se non l'avesse acquisita. Ma la modernità impone scelte diverse e il dibattito culturale inizia a interrogarsi sui vantaggi della sottrazione. La gioventù, in particolare, è il periodo della vita in cui gli individui crescono e sono portati ad aggiungere. Procedendo negli anni si inizia a sottrarre, in vista della privazione inevitabile: la morte. L’ineluttabilità di avere a disposizione un tempo limitato fa sì che impariamo a isolare ciò che è importante, a essere selettivi nelle relazioni e in tutto ciò che sottrae tempo, il bene più prezioso a disposizione dell’umanità.
Molte suggestioni sono confluite in questo libro. Tra le altre gli estenuanti dibattiti sui vaccini in pandemia. Dopo la somministrazione con Astrazeneca si sono verificati casi di trombosi e sui media si è subito parlato di un presunto rapporto di causa-effetto, ma a nessuno è venuto in mente di fare una semplice sottrazione tra i guariti e i non-guariti nei gruppi vaccinati e nei gruppi di controllo. Al punto da sospendere la somministrazione di un ottimo vaccino messo a punto dai ricercatori e causando così la morte di altre persone.
Un esempio di quanto, in un mondo ricco e complesso, l’uomo tenda a essere prepotente e a voler sempre aggiungere, in modi che sono diventati autolesionistici e dannosi per l’ecosistema globale.
Titolo: Quando meno diventa più
Categoria: Saggi
Autore/i: Paolo Legrenzi
Editore: Raffaello Cortina
Pagine: 255
Prezzo: 15.00