Cose dell'altro mondo
![Locandina di Interstellar](/sites/default/files/styles/immagine_10_14/public/upload/2022/07/01/Interstellar-locandina-internazionale.jpg?h=b6ba7a40&itok=_ItO1Pe-)
Il film "Interstellar" parla di un gruppo di astronauti in cerca di un pianeta dover poter trasferire il genere umano, a rischio estinzione a causa delle tragiche condizioni ambientali presenti sulla Terra. Diretta da Cristopher Nolan e vincitore nel 2015 del premio Oscar per gli effetti speciali, la pellicola si basa su alcune teorie scientifiche in maniera rigorosa. Lo conferma l'astrofisico Luciano Anselmo
La Terrà è colpita da continue tempeste di sabbia e il cibo scarseggia a causa delle drammatiche condizioni ambientali. La situazione è in continuo peggioramento e la Nasa sta organizzando missioni segrete per cercare un altro pianeta dove trasferire le persone grazie a un cunicolo spazio temporale, un "wormhole", che gravita attorno al buco nero Gargantua. I viaggi esplorativi sono però falliti. Viene quindi coinvolto un ex pilota della Nasa per un’ultima missione che salvi il genere umano. Questa è la sinossi di "Interstellar", film di fantascienza diretto da Cristopher Nolan e vincitore nel 2015 del premio Oscar per i migliori effetti speciali.
“Una teoria scientifica sulla quale ruota il film è la relatività generale di Einstein, che prevede l’esistenza dei buchi neri, studiati dagli scienziati con elaborazioni matematiche partendo dall’equazione di campo della relatività generale e di cui negli ultimi anni ci sono state straordinarie conferme sperimentali" spiega Luciano Anselmo ricercatore dell'Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione (Isti) del Consiglio nazionale delle ricerche. "Le recenti immagini del buco nero al centro della galassia M87 e di quello al centro della nostra galassia hanno permesso di confermare i principi della relatività generale e anche la rappresentazione stessa dei buchi neri, perlomeno fino al limite costituito dall’orizzonte degli eventi, cioè la superficie da cui anche la luce non può sfuggire all'attrazione del black hole”.
![La stazione spaziale e il buco nero Gargantua](/sites/default/files/styles/immagine_contenuto/public/upload/2022/07/01/wp1817964-2048x1280.jpg?h=fe191fe9&itok=dzX9iCvL)
La stazione spaziale e il buco nero Gargantua
Il Consulente scientifico e produttore esecutivo di Interstellar è stato Kip Thorne, premio Nobel per la fisica per la scoperta delle onde gravitazionali. "Il suo compito è stato soprattutto riuscire, con una simulazione numerica, a rappresentare realisticamente un buco nero di quelle dimensioni visto da vicino; rappresentazione confermata pochi anni dopo dalle immagini del buco nero gigante di M87”, prosegue il ricercatore.
Un altro aspetto scientifico trattato nella pellicola riguarda lo scorrere del tempo: gli astronauti, avvicinandosi al buco nero, invecchiano molto più lentamente delle persone sulla Terra. “Nel film i tempi vengono dilatati e cambiano a seconda che i protagonisti si spostino più o meno vicino a Gargantua, intorno a cui entrano in orbita per raggiungere i pianeti che gli stanno intorno e sondarne l’abitabilità”, racconta Anselmo. “In effetti più ci si avvicina a un campo gravitazionale intenso come quello di un buco nero, più il tempo scorre lentamente, fino a fermarsi sull’orizzonte degli eventi, dove si immobilizza”.
Gli astronauti, come accennato, viaggiano attraverso un wormhole verso altre stelle e altri pianeti. “Su questo aspetto vengono utilizzate speculazioni teoriche che ancora non sono sostenute da alcuna prova”, spiega l'esperto. “Siamo nel campo della gravità quantistica: il tentativo, cioè ,di mettere insieme i principi della meccanica quantistica con quelli della relatività generale. Alcuni sviluppi teorici dovuti per esempio a Stephen Hawking, permettono di formulare previsioni ragionevoli, anche se ancora non confermate con osservazioni, e nel caso dei campi deboli una sintesi è già possibile. Ma i viaggi interstellari attraverso wormhole sono ancora considerati impossibili, o comunque non siamo in grado di affermarne la fattibilità. Possiamo dire che Interstellar è un'opera di fantascienza basata su filoni di ricerca ancora agli inizi. E nessuno sa se le strade intraprese porteranno da qualche parte o si tradurranno in un insuccesso”.
![Una scena del film Interstellar](/sites/default/files/styles/immagine_contenuto/public/upload/2022/07/01/interstellar.jpg?h=b1b0861e&itok=0Q23Frro)
Una scena del film Interstellar
Dal punto di vista scientifico il film è però complessivamente rigoroso. “Un'opera curata, anche nella complessità dei loop temporali accennati all’inizio del film che si chiariscono nel finale”, conclude Anselmo. “Il limite più evidente non è scientifico in senso stretto, ma relativo a un’impostazione non realistica. L'ipotesi di dover trovare un altro pianeta da abitare perché la Terra sta diventando inospitale non regge dal punto di vista energetico: andare nello spazio costa talmente tanta energia e massa che, qualunque peggioramento climatico avvenisse sul nostro Pianeta, sarebbe sempre molto più facile contrastarlo anziché trasferire l’umanità. In caso di una simile catastrofe potremmo e dovremmo sviluppare attività di geo-engineering che puntino alla modificazione delle proprietà dell’atmosfera e della riflettività globale, permettendo così di controllare la temperatura della Terra. Tutte cose complicatissime e delicatissime, per il momento fantascientifiche, ma se anche ci fosse un altro pianeta abitabile sarebbe ancor più difficile colonizzarlo”.