“Howard Hughes è stato tante cose, forse troppe per essere comprese in una vita sola. Pioniere dell’aviazione, imprenditore, regista e produttore cinematografico, un personaggio in grado di gettarsi a capofitto in un’impresa progettandone molte altre contemporaneamente, forte delle ricchezze accumulate attraverso i brevetti petroliferi ereditati da Howard Robard Hughes senior, suo padre, che contribuirono a renderlo l’uomo più ricco del mondo. I cieli sono stati sicuramente il suo regno, come pilota, progettista e anche come film-maker, e le sue imprese sono state un riferimento per chi, dopo di lui, si è mosso in questi settori”, spiega Alberto Guasco, storico dell’Istituto di studi sul Mediterraneo (Ismed) del Cnr. “Al netto di una personalità eccentrica e spesso controversa, Hughes può essere considerato un personaggio che incarna i tratti più classici del sogno americano, imperniato sui soldi, sul progresso tecnologico e sulla visibilità mediatica, resa ancora più forte dalla frequentazione di diverse attrici di Hollywood, all’epoca molto famose e in voga. È un figlio del proprio tempo che, nonostante la grande potenza economica e finanziaria, non si occupò direttamente di politica, limitandosi a influenzare con discrezione, dietro le quinte o al limite a farsi sfruttare dal potere di turno, democratico o repubblicano che fosse”.
Una figura iconica, al punto da arrivare a ispirare il personaggio di Tony Stark, l’Iron man dell’universo fumettistico e cinematografico Marvel. All’ambizione e alla visionarietà fecero però da contraltare varie fobie, l’ipocondria e le ossessioni sull’igiene, che lo portarono a vivere per molti anni isolato e segregato, evitando il contatto con altri esseri umani, fino alla morte, che arrivò al culmine di un progressivo declino psichico e fisico.
“Differentemente da molti tycoon dell’economia contemporanea, Hughes può essere considerato l’imprenditore della materialità: il suo petrolio ha alimentato mezzi di trasporto e non solo, gli aerei della sua compagnia, e molto più tardi i suoi elicotteri, si potevano pilotare e utilizzare per gli spostamenti, i suoi film si guardavano nelle sale cinematografiche e nei suoi casinò scorrevano dollari in quantità, la maggior parte dei quali finiva nelle sue tasche. Insomma, tenendo in conto le ambiguità di un personaggio certamente divisivo, tutto questo esalta il mito del magnate che costruisce imperi, creando posti di lavori che offrono potenziali opportunità a tutti quelli che vogliono inseguire l’American dream. In questo senso, quella che è stata la prosperità di Hughes può essere considerata come la prospettiva di prosperità di tutti gli Stati Uniti”, conclude Guasco.