L'altra ricerca

A Pavia il cancro si combatte con l'hi tech

oncologia
di Marina Landolfi

Presso il Centro nazionale di adroterapia oncologica della città lombarda è attivo un progetto internazionale per colpire tumori resistenti alla radioterapia tradizionale con ioni carbonio. Questa innovativa tecnica, che usa particelle pesanti ottenute dal carbonio, non danneggia i tessuti intorno alle cellule malate

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Grazie alla collaborazione tra ricercatori degli Ospedali civili di Lione (Francia), dell'Heidelberg Ion-Beam Therapy Center (Germania) e del Centro nazionale di adroterapia oncologica (Cnao) di Pavia, è stato avviato uno studio internazionale per misurare l'efficacia dell'adroterapia con ioni carbonio, un'avanzata tecnica oncologica che utilizza fasci di particelle pesanti ricavate dal carbonio, per il trattamento di tumori radioresistenti o non operabili finora affrontati prevalentemente con la radioterapia tradizionale.

La ricerca, coordinata dall'équipe francese, prevede l'arruolamento di 250 pazienti colpiti da tumori aggressivi e resistenti alla radioterapia ai raggi X, come quelli alla base del cranio, carcinomi della bocca e delle ghiandole salivari, sarcomi ossei, dei tessuti molli e condrosarcomi. Un gruppo di malati sarà trattato in Francia con radioterapia convenzionale con protoni e fotoni attraverso la Intesity Radiation Therapy (Imrt), mentre un altro sarà esaminato al Cnao di Pavia, unica struttura italiana in grado di effettuare l'adroterapia con ioni carbonio. Il centro utilizza fasci di protoni e ioni carbonio generati da un acceleratore di particelle simile al sincrotone del Cern di Ginevra, ioni che vengono indirizzati sulle neoplasie per distruggerle, senza intaccare però le cellule e i tessuti sani intorno.

avanzata tecnica oncologica

Questo sistema è stato realizzato principalmente con tecnologia italiana frutto della collaborazione del Cnao con l'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), Università di Pavia e Cern. Il sincrotone si trova in un bunker a forma di anello di 25 metri di diametro isolato e schermato per le radiazioni in cemento armato. I fasci di particelle atomiche che produce raggiungono le tre sale di trattamento dove si trovano i pazienti, tramite un tubo circolare che percorre 30mila km in mezzo secondo. Il fascio che colpisce le cellule del tumore è una sorta di pennello ad alta precisione che agisce grazie a telecamere a infrarossi che controllano il paziente e seguono i suoi movimenti e a due magneti di scansione che lo muovono lungo la sagoma delle cellule malate. L'irradiamento dura pochi minuti e le sedute variano a seconda della patologia. Lo studio, finanziato dall'Assurance Maladie, dal ministero della Salute francese e dalle organizzazioni francesi NetSarc-ResOs e Refcor, ha la durata di sette anni.

L'adroterapia è disponibile in 11 centri di quattro Paesi nel mondo: Germania, Giappone, Cina e Italia. Nel nostro Paese, dal 2011 sono stati trattati oltre 1.800 pazienti. Dal 2017 l'adroterapia è entrata nel nostro Sistema sanitario nazionale.

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