Cinema: Movimento

Amore in carrozzina

Una scena del film Corro da te
di Rita Bugliosi

Dai pregiudizi all’accettazione della disabilità. È il percorso che compie Gianni, interpretato da Pierfrancesco Favino, che nel film “Corro da te” di Riccardo Milani, si trasforma da seduttore ossessionato dalla forma fisica in un uomo sensibile, conquistato da una ragazza paraplegica

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È nelle sale in questi giorni l’ultima opera del regista Riccardo Milani, “Corro da te”, remake della commedia “Tutti in piedi” del francese Franck Dubosc. La pellicola racconta dell’incontro tra Gianni (Pierfrancesco Favino), sportivo, single incallito, a capo di un importante brand  di scarpe da corsa, e Chiara (Miriam Leone), musicista per lavoro e appassionata di tennis, sport che pratica nonostante sia diventata paraplegica a seguito di un incidente.

Gianni, ossessionato dalla forma fisica, è un seduttore seriale e, pur di conquistare una donna, fa qualsiasi cosa. E fa lo stesso anche con Chiara, tanto che per attirare la sua attenzione e sedurla si finge costretto anche lui su una sedia a rotelle, aiutato da un fraintendimento. Quando, alla morte della madre, va nell’appartamento di lei per prendere alcune cose, si siede sulla carrozzina in cui la donna ha trascorso gli ultimi anni di vita ed è allora che la vicina, Alessia (Pilar Fogliati), lo vede e pensa  che sia disabile; gli presenta allora la sorella Chiara, paraplegica. L’uomo inizialmente vede Chiara come una nuova preda, poi, però, inaspettatamente, si infatua di lei.

Il film, raccontando la vita dei due protagonisti e il legame sentimentale che nasce tra loro, fa riflettere sul tema della disabilità, utilizzando gli strumenti del divertimento e dell’amore romantico. Gianni, infatti, subisce una vera trasformazione: da analfabeta sentimentale in grado di mentire in modo spudorato per conquistare le donne scopre il vero amore e cambia, iniziando un viaggio che lo porta a mettere in discussione i principi sui quali ha costruito la sia esistenza facilona e viziata dal super machismo e a smontare uno a uno i pregiudizi che lo hanno guidato fino a quel momento.

Una scena del film Corro da te

“Corro da te” affrontando il tema delle barriere architettoniche parla anche di quelle mentali che rendono molti incapaci di guardare senza pregiudizi la disabilità. Parlando della pellicola il regista dice: “È un film che racconta la civiltà del nostro tempo,  che purtroppo spesso si esprime  attraverso un modello di società che seleziona e coltiva la bellezza fisica, aspirando a una comunità in cui sono tutti belli e tutti in salute. E quando salute e bellezza vengono meno si rimane fuori. Una civiltà, quindi, che seleziona, ma nella quale continuo a pensare che, in fondo a ognuno di noi, anche nella persona peggiore, quella che ci sembra la meno sensibile e irrecuperabile, esiste ancora una scintilla di umanità, di sensibilità, che l’occasione giusta può far riemergere e rifiorire. Ed è esattamente il percorso, contrastato e sincero, che il  personaggio di Pierfrancesco Favino compie durante l’arco della storia”.

La commedia di Milani è stata realizzata grazie al supporto di federazioni sportive per disabili e di associazioni del settore, tra le quali, l’Associazione onlus Peba (Piano di eliminazione delle barriere architettoniche), la cui missione è migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità.

La scheda

Titolo: Corro da te

Regia: Riccardo Milani

Cast: Pierfrancesco Favino, Miriam Leone, Carlo De Ruggeri, Vanessa Scalera, Andrea Pennacchi, Giulio Base, Pietro Sermonti, Piera Degli Esposti, Michele Placido, Pilar Fogliati

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