Cinema: Sonno e sogno

Ipersonnia: da disturbo a pena carceraria

Una scena del film Ipersonnia
di R. B.

Nell’omonimo film diretto da Alberto Mascia, questa patologia viene usata come un metodo penale innovativo. Nella realtà costituisce invece una malattia che ha sintomi ben definiti e anche conseguenze che possono mettere in pericolo chi ne soffre, come spiega  Adriana Salvaggio del Cnr-Ift

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Il film di Alberto Mascia, “Ipersonnia” è ambientato in un futuro prossimo e racconta di un Italia in cui il problema della congestione e della violenza nelle carceri viene risolto ricorrendo a un nuova modalità di pena: i detenuti vengono tenuti in uno stato di sonno profondo, che li porta a invecchiare senza vivere realmente, fino al momento della scarcerazione.

Tra gli psicologi che seguono i carcerati, con il compito di monitorarne lo stato psichico, c’è David Damiani (Stefano Accorsi) che si trova a trattare un detenuto aggressivo, del quale sono andati perduti tutti i dati. Questo lo porta a indagare sullo stato dell'ipersonnia, vantato dalla classe dirigente come un fiore all’occhiello, ma che in realtà crea danni cerebrali ai detenuti, che arrivano a non distinguere più tra sogno e realtà. Inoltre, il protagonista finisce per trovarsi coinvolto in una cospirazione che coinvolgerà anche la sua compagna, Viola (Caterina Shulha), portandolo a capire che nulla è come sembra.

"Il congegno narrativo del film, frutto di una struttura lunga e stratificata, ruota attorno a temi che mi affascinano da sempre: l’impossibilità di trascendere i limiti del proprio orizzonte percettivo, l’illusorietà del concetto di realtà, l’impatto silenzioso ma pervasivo che hanno su di noi i condizionamenti più o meno occulti della società in cui viviamo" afferma il regista. "E, accompagnando lo spettatore in un viaggio vertiginoso tra i meandri dell’inconscio del suo protagonista, ambisce a offrire al pubblico uno spettacolo sorprendente ed emozionante in un territorio ancora poco esplorato nel panorama del cinema italiano di oggi”.

Una scena del film Ipersonnia

Nella realtà l’ipersonnia è un disturbo piuttosto diffuso, come spiega Adriana Salvaggio, ricercatrice dell’Istituto di farmacologia traslazionale del Cnr: “L’ipersonnia - una tendenza ad addormentarsi in momenti o in orari inappropriati da almeno tre mesi, interferendo con le comuni attività della vita quotidiana - è divenuta negli ultimi trent’anni sempre più frequente: la sua prevalenza nella popolazione generale è stimata nella letteratura scientifica tra il 10 e il 25 per cento. È associata a una ridotta sensazione di benessere e di salute, che determina una peggiore qualità della vita, un decremento del tono dell’umore (aumentato rischio di suicidio, depressione, ansia), delle capacità cognitive (concentrazione, memoria, attenzione e vigilanza in compiti monotoni come la guida) e a un incremento della percezione di fatica e dolore". 

Un disagio, quindi, che incide pesantemente nella vita quotidiana di chi ne soffre. "Di solito compare in condizioni di ridotta stimolazione ambientale e si può manifestare sia con una progressiva tendenza all’assopimento, sia con addormentamenti improvvisi, non preceduti da eventi significativi. Talora è associata a un incremento del sonno giornaliero, e in tal caso è di solito presente una sensazione di sonno notturno poco ristoratore. A differenza delle condizioni fisiologiche e di deprivazione di sonno, nelle quali il soggetto sano ha chiaro il proprio livello di performance, questa condizione può aumentare il rischio di incidenti attribuibili, quindi, non solo all’aumento della sonnolenza in generale, ma anche a una concomitante riduzione della capacità di percepire i segnali che precedono l’insorgenza del sonno", prosegue Salvaggio.

Le cause più comuni di ipersonnia sono una insufficiente quantità/qualità di sonno, uno stato ansioso/depressivo, l'uso di alcune classi di farmaci, patologie mediche e psichiatriche, ma anche, molto frequentemente, la sindrome delle apnee ostruttive durante sonno. "Indagare la causa è dunque essenziale per identificare il corretto percorso terapeutico di un disturbo che può diventare invalidante”, conclude la ricercatrice.

La scheda

Titolo: Ipersonnia

Regia: Alberto Mascia

Sceneggiatura: Alberto Mascia, Enrico Saccà

Cast: Stefano Accorsi, Caterina Shulha, Astrid Meloni, Paolo Pierobon, Alessandro Gazale, Andrea Germani, Francesco La Mantia, Toni laudadio, Giordano De Plano, Mauro Marino, Sandra Ceccarelli

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