L'altra ricerca

A San Patrignano si impara a fare i genitori

di Emanuele Guerrini

Sostenere mamme e papà con problemi di tossicodipendenza e tutelare i loro figli. È l'obiettivo del primo 'Parenting program’ italiano, avviato nella Comunità di recupero emiliana per 150 tra i 1.300 ospiti della comunità

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Un percorso educativo e riabilitativo per correggere le disfunzioni di chi è afflitto da dipendenze che portano al rischio di abusi sui figli. Questo il primo Parenting program italiano, presentato il 30 settembre a Roma nella sede dell'Autorità garante per l'infanzia e l’adolescenza, che patrocina il progetto. L’iniziativa, voluta dalla comunità di San Patrignano e sostenuta dalla Ubs Optimus Foundation, è volta a intervenire a sostegno dei bambini che possono aver subito maltrattamenti emotivi ed esser stati trascurati da genitori con una storia di tossicodipendenza. Molti di loro presentano difficoltà psico-fisiche che si traducono anche in costi pubblici per la sanità e i servizi sociali. Dei 1.300 residenti a San Patrignano che stanno affrontando un percorso di recupero, 150 hanno figli, che in molti casi vivono fuori dalla Comunità, affidati al partner o a un familiare, mentre altri vivono con il genitore in percorso.  [immagine]

"È il primo Parenting program italiano realizzato secondo criteri scientifici. Una riabilitazione psico-socio-educativa che prevede incontri tenuti da uno staff di San Patrignano formato appositamente”, spiega il responsabile Roberto Maniglio. Il programma si svilupperà nel corso di 24 mesi, suddivisi in quattro fasi di sei mesi ciascuna: progettazione e formazione dello staff, implementazione (sviluppo protocollo di ricerca e corso per genitori), valutazione e prima analisi, follow-up (analisi finale dei dati e divulgazione). "Abbiamo deciso di iniziare questo percorso in modo strutturato”, specifica Antonio Boschini, responsabile terapeutico di San Patrignano.

"Dobbiamo fare di tutto perché l'allontanamento dei figli dai genitori diventi un caso sporadico”, commenta Alessandra Ponari, dell'Autorità garante per l'infanzia e l’adolescenza. “Quindi dobbiamo investire sulla famiglia e sulla prevenzione e mettere al centro la figura dei bambini. Questo progetto va nella direzione giusta”. Susanna Romeo, di Ubs Optimus Foundation, conclude: "Sosteniamo questo programma con grande passione e interesse; siamo orgogliosi di collaborare a un progetto che mette al centro la tutela dei più piccoli".