Vita Cnr

Nelle mense del Cnr sperimentata la freschezza

Mensa
di Francesca Gorini

L'area della ricerca di Montelibretti è stata protagonista di un'insolita sperimentazione a cura dell'Istituto di biologia agro-ambientale e forestale del Cnr: piatti a base di pesce fresco in mensa, per promuovere nuove filiere di qualità nell'ambito del ‘public food procurement', l'approvvigionamento di cibo per le mense della pubblica amministrazione
 

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Hamburger e salsiccia freschi di trota provenienti da allevamenti dell'Associazione piscicoltori italiani (Api). E' questa la novità sperimentata da circa 300 dipendenti Cnr che lavorano presso l'area della ricerca di Montelibretti, la prima e più estesa di tutto l'Ente, e che hanno trovato a disposizione in mensa, per due volte a distanza di due settimane tra giugno e luglio, pesce fresco al posto di quello surgelato normalmente servito.

La sperimentazione è stata eseguita da un gruppo di ricerca dell'Istituto di biologia agro-ambientale e forestale  del Cnr nell'ambito del progetto 'SANo come un PEsce Italiano' (Sanpei), iniziativa che mira alla diversificazione dell'acquacoltura italiana e alla sua valorizzazione nell'ambito della ristorazione pubblica collettiva. Quello degli acquisti di cibo per le mense, infatti - al pari di molti altri settori del 'public procurement', o acquisti pubblici - è uno dei più interessanti strumenti con cui le pubbliche amministrazioni possono influenzare cambiamenti nell'economia e nella società, con effetti  e sulla salute dei consumatori. Nel caso del pesce, ad esempio, è noto che il consumo regolare contribuisce a proteggere dalle malattie cardiovascolari.

Da qui la scelta di un campione composto da persone adulte, di livello culturale elevato, direttamente responsabili delle scelte di consumo alimentare (acquisti e cucina) per sé e la propria famiglia, con una buona propensione all'assunzione di pesce e capaci di avere un ruolo attivo nella diffusione della conoscenza sulle tematiche oggetto dell'indagine: un campione ideale su cui esercitare un'azione tesa a modificare comportamenti alimentari che possono avere impatti multipli.

"L'introduzione di pesce fresco d'allevamento avrebbe effetti positivi sia in termini ambientali, sia in termini di benessere dei consumatori", ha affermato Elena Pagliarino, ricercatrice Ibaf-Cnr coinvolta nel progetto. "Ciò è possibile solo se, per assicurarsi la fornitura dell'ente pubblico, le aziende si impegnano in comportamenti sostenibili e se i consumatori 'pubblici' esercitano una pressione in tal senso. Ma l'organizzazione di una filiera di questo tipo è un'operazione complessa e ogni segmento necessita di input di innovazione e ricerca. I risultati dell'indagine condotta a Montelibretti saranno utili a meglio definire il comportamento e le aspettative del segmento finale della filiera: quello dei consumatori".

Quale strumento dell'indagine, i ricercatori hanno distribuito in mensa questionari predisposti ad hoc e consegnati dopo il pasto. E' emerso non solo che tra i consumatori vi è scarsa conoscenza sulle caratteristiche del pesce servito (più della metà degli intervistati non sa o si sbaglia sull'origine italiana/straniera e la percentuale arriva al 92% per quanto riguarda la categoria allevamento/selvatico), ma anche un giudizio mediamente negativo sulla sua qualità (il 42% del campione ha fornito un parere negativo, mentre il 37% ha detto che, pur apprezzando il pesce, non lo mangia in mensa) a fronte, invece, di una valutazione positiva del pesce servito nella prova (piaciuto a oltre il 70% delle persone). Un quadro che indica chiaramente l'opportunità di proseguire e di estendere l'iniziativa, alimentando così la spinta verso consumi più sani, consapevoli e sostenibili.

  

Fonte: Elena Pagliarino, Istituto di biologia agro-ambientale e forestale, Porano