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Muovere gli oggetti senza toccarli è possibile

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di Emanuele Guerrini

Comandare una macchina a distanza con il semplice movimento di una mano. Lo consente GoldFinger, un innovativo prototipo di interfaccia uomo-macchina nato dalla collaborazione fra il Politecnico di Torino e il Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston, sotto la guida di Giorgio De Pasquale del Dipartimento di ingegneria meccanica e aerospaziale

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All'apparenza è un semplice guanto, in realtà GoldFinger nasconde la tecnologia necessaria per spostare oggetti e macchine con il solo movimento di un dito. Il sistema nasce dalla collaborazione tra il Politecnico di Torino e il Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston per rispondere alle esigenze, comuni a molti settori, di semplificare la comunicazione di dati e comandi dall’utente alle macchine. In questo caso, l’interfaccia ha la forma di un confortevole guanto, che integra al suo interno tutti i componenti elettronici e meccanici necessari al suo funzionamento. I settori a cui è rivolta questa applicazione sono in primo luogo quello industriale, per la gestione di impianti e macchine, ad esempio nei casi in cui le norme di sicurezza prescrivono particolari gestioni degli spazi di lavoro. Ma anche quello medico, fornendo ad esempio al chirurgo un controller ergonomico che non altera i normali movimenti delle mani, e quelli legati alla realtà virtuale, per la simulazione di ambienti di lavoro e addestramento del personale.

Il principale punto di innovazione consiste nella capacità di GoldFinger di autoalimentarsi mediante la generazione di energia elettrica dal movimento delle dita, garantendo quindi un’autonomia di funzionamento maggiore e l’assenza di fili elettrici per l’alimentazione. Ulteriori elementi innovativi sono il metodo wireless per la trasmissione dei comandi e l’integrazione di molti componenti hi-tech nel supporto tessile del guanto stesso, in modo che l’utilizzatore non ne percepisca la presenza. Fra questi componenti troviamo, ad esempio, fili conduttivi inseriti all’interno della trama del tessuto, trasduttori piezoelettrici a elevata flessibilità e interruttori elettrici realizzati con il tessuto stesso anziché con i tradizionali componenti elettronici.

Il risultato finale è un’interfaccia uomo-macchina di concezione nuova, basata sulla conversione dell’energia biomeccanica del corpo, con cui l’utente può inviare i suoi comandi a svariati tipi di macchine e sistemi con il semplice movimento di una mano. Il programma di tracciamento ottico e l’interfaccia software sviluppata insieme al prototipo consentono di interpretare i movimenti dell’utente e convertirli in comandi e istruzioni per il funzionamento degli impianti di cui è richiesto il controllo.

GoldFinger è stato presentato alla comunità scientifica internazionale nel principale convegno mondiale di micro-generazione di energia che ha avuto luogo a Boston dall’1 al 4 dicembre scorso, oltre a essere stato oggetto di un articolo su rivista edita da Asme (American Society of Mechanical Engineering) e Ieee (Institute of Electrical and Electronic Engineers).

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