L'altra ricerca

Progettati per morire

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di Emanuele Guerrini

Si chiama 'obsolescenza programmata'. È la politica industriale tesa a predefinire il ciclo di vita di un dispositivo, così da vendere altri prodotti al più presto. Un modello al quale si contrappone il Politecnico di Milano con una fabbrica dell' 'economia circolare' orientata al riciclo

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Negli ultimi dieci anni la vita media di un televisore è scesa da 9 a 5,6 anni. I computer perdono il 10% della loro longevità ogni sette anni. Ogni nuovo modello di lavatrici, aspirapolvere, lavastoviglie e anche degli amati smartphone ha un ciclo esistenziale più corto del precedente. In gergo si chiama 'obsolescenza programmata’ ed è una politica produttiva finalizzata a spingere verso l’alto la curva degli acquisti.

In Francia, tra il 1990 e il 2008, anno d’inizio della recessione, gli acquisti di apparecchi elettronici sono aumentati di sei volte, allo stesso tempo le spese per le riparazioni sono diminuite del 40% e il 44% degli elettrodomestici dei francesi finisce nelle discariche. Meno manutenzione, più consumo: questa è la regola della civiltà 'usa e getta'. Ma proprio in Francia, nel 2014, è stata approvata una legge contro questa tattica commerciale: laddove viene dimostrato che apparecchio è studiato per accorciare intenzionalmente la sua vita, i responsabili sono puniti fino a 300mila euro e con pene detentive fino a due anni di carcere.

Una proposta simile è stata presentata anche in Italia dove, fino al 2008, era solo il 60% dei consumatori a pensare di riparare un apparecchio elettrico o elettronico: ora, con il permanere della crisi economica siamo all’85%. L'usa e getta non è più percepito come conveniente. Oltretutto, sembra non esserlo neanche per le aziende: genera poco lavoro e induce a un basso livello di innovazione. Le ricerche sul mercato del lavoro confermano, invece, che alla maggiore manutenzione corrisponde sempre una nuova domanda di manodopera. Riparare un elettrodomestico non è solo un risparmio per il proprietario ma anche una fonte di reddito e di occupazione, per chi riesce a sfruttarla. E anche le grandi multinazionali stanno prendendo in considerazione il riciclo e la rinascita degli apparecchi, in nome di una nuova 'economia circolare’.

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