L'altra ricerca

Rischio Alzheimer per i giovani obesi

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di Rosanna Dassisti

Uno studio italiano, condotto all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e pubblicato sulla rivista scientifica Pediatrics, rivela che l'obesità infantile potrebbe predisporre all'Alzheimer precoce. La taglia extralarge è infatti associata a un accumulo nel cervello di una proteina-spia, la beta amiloide, già nell'adolescenza

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L'obesità rappresenta un importante fattore di rischio per la salute ad ogni età ma, se presente già in età pediatrica, si può associare alla precoce comparsa di malattie tipiche dell'età adulta, quali diabete, steatosi epatica, cardiopatie, danni alla retina e anche al cervello. I bambini 'obesi’, da grandi, potrebbero infatti sviluppare anche un deficit cognitivo progressivo fino ad arrivare alla demenza senile o all'Alzheimer precoce.

Uno studio condotto all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, pubblicato sulla rivista scientifica Pediatrics, rivela questo legame. I ricercatori hanno scoperto negli adolescenti obesi livelli elevati di una proteina, la β 42 amiloide, coinvolta proprio nel processo di insorgenza e sviluppo di queste patologie. Nei pazienti che sviluppano demenza senile e Alzheimer, la proteina si accumula nel cervello formando placche ed ammassi neurofibrillari.

Dallo studio, che ha coinvolto 440 giovanissimi di peso normale e non, è emerso che gli adolescenti obesi e con insulino-resistenza (alterazione del metabolismo molto frequente nelle persone con obesità) presentavano aumentati livelli di β 42 amiloide. Nei bambini in età prescolare, invece, non sono state rilevate tracce della proteina: né nei soggetti sovrappeso che in quelli normopeso.

“L'obesità in sé non è una patologia vera e propria, è piuttosto un insieme di fattori di rischio: di sviluppare malattie cardiovascolari, cancro e sappiamo oggi anche demenza progressiva e morbo di Alzheimer”, ha spiegato Melania Manco, endocrinologa e ricercatrice del Bambino Gesù. “L'associazione tra obesità, diabete mellito e Alzheimer è nota. È importante aver dimostrato, per la prima volta, che la storia naturale di questa terribile malattia incomincia precocemente, già durante l'adolescenza. Ancora una volta, i risultati delle nostre ricerche indicano quanto gravi possano essere le conseguenze dell'obesità pediatrica e quanto importante sia la prevenzione”.

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