Focus: Cibo

Quando il food è hi tech

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di Emanuele Grimaldi

Il dibattito scientifico è mirato a garantire la disponibilità di cibo sicuro, salutare, sufficiente per tutti, limitando l'impatto sull'ambiente. L'introduzione di nuove tecnologie agro-alimentari può rivelarsi utile per aumentare la produzione e diminuire il consumo di acqua e fertilizzanti

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La genetica e l’agronomia hanno contribuito a determinare un aumento significativo della produttività agricola nel corso degli ultimi 50 anni, permettendo una maggiore disponibilità alimentare. Tuttavia, nonostante questi progressi, siamo ancora lontani dal poter dire che la domanda di cibo possa essere completamente soddisfatta. La questione non è solo etica e politica, investe anche l’ambito scientifico, intersecandosi con problematiche attuali e future, quali i cambiamenti climatici, la naturale limitazione delle risorse disponibili, la diminuzione della superficie agricola coltivabile, la necessità di alimenti sicuri e salutari.

La ricerca in questi anni si sta concentrando su differenti tecniche dagli Ogm alla selezione di colture che richiedano meno risorse e fabbisogno idrico. “Gli Organismi geneticamente modificati sono un tentativo di ampliare il numero di caratteri disponibili per il miglioramento genetico delle piante”, spiega Aldo Ceriotti, direttore dell’Istituto di biologia e biotecnologia agraria (Ibba) del Cnr. “Sono utilizzati per introdurre in una determinata specie coltivata caratteristiche che non possono essere inserite mediante approcci classici quali l’incrocio e la selezione. Per esempio i semi di riso sono poveri in beta carotene di cui l’organismo necessita per produrre vitamina A. La ricerca ha prodotto un Ogm, detto Golden rice, che contiene proprio i geni necessari per la produzione di questa sostanza".

Proprio i ricercatori dell’Ibba di Milano e dell’Istituto di genetica vegetale (Igv) del Cnr di Perugia hanno messo a punto una tecnica in grado di produrre una nuova proteina, la zeolina, grazie alla quale migliorare il profilo proteico di diverse colture.

Una necessità sempre più avvertita in agricoltura è anche quella di produrre usando meno risorse. Presso l’Istituto di bioscienze e biorisorse (Ibb) del Cnr di Bari, si stanno studiando i meccanismi molecolari che regolano il processo di assimilazione, utilizzo e rimobilitazione dell'azoto in frumento duro. “Questo cereale riveste un’importanza prioritaria nel panorama agrario italiano e mediterraneo, perché è alla base della produzione della pasta e altri prodotti tipici”, spiega Gabriella Sonnante, dell’Ibb-Cnr. “La sua produzione dipende dall'apporto dei fertilizzanti e, tra questi, l'azoto svolge un ruolo fondamentale per la crescita e lo sviluppo della pianta. L’obiettivo ultimo è quello di ottenere varietà in grado di ottimizzare l'efficienza d'uso dell'azoto, limitandone l'apporto e ottenendo una produzione di qualità, con riduzione dell'inquinamento ambientale”.

Le perdite della concimazione nel terreno prima che venga assorbito dalla pianta, provocano infatti gravi danni per l’ambiente.

Un fattore essenziale per il futuro alimentare del Pianeta, poi, è dato dall’uso e dalla gestione dell’acqua. Il suo fabbisogno è in costante crescita a causa dei cambiamenti climatici e della crescente domanda per uso domestico e industriale, con un aumento previsto, entro il 2030, del 30%. "Gran parte di questo consumo è legato al settore agricolo e sarebbe necessario integrare le conoscenze scientifiche con agro-tecnologie innovative, così da ridurre al minimo la perdita di acqua per evaporazione o per percolazione negli strati profondi del suolo non interessati dalle radici”, osserva Mauro Centritto, direttore dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (Ivalsa) del Cnr. “Per irrigare le colture soprattutto durante le fasi di crescita maggiormente sensibili allo stress idrico, quindi, e seguire una attenta programmazione irrigua bisogna tenere conto di parametri quali: le diverse fasi di crescita delle colture, la loro sensibilità allo stress idrico, le condizioni ambientali e la disponibilità di acqua nel suolo. L’agricoltura del terzo millennio punterà pertanto sull'irrigazione di precisione combinata con le più avanzate tecniche di telerilevamento e di Ict”.

Fonte: Mauro Centritto, Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree, Sesto Fiorentino , email mauro.centritto@cnr.it - Aldo Ceriotti, Istituto di biologia e biotecnologia agraria, Milano, tel. 02/23699444 , email ceriotti@ibba.cnr.it - Gabriella Sonnante, Istituto di bioscienze e biorisorse del Cnr , email gabriella.sonnante@ibbr.cnr.it -

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