Focus: Fare il bene - fare bene

Un premio tra rimorso, pace e progresso

Nobel
di Patrizio Mignano

Come nasce uno dei più importanti riconoscimenti del mondo, assegnato ogni anno a persone che si sono distinte nei campi della conoscenza umana e hanno portato considerevoli benefici all'umanità? Dal rimorso dell'industriale Alfred Nobel per aver costruito uno strumento di morte o da quello di aver accumulato ingenti fortune con lo sfruttamento petrolifero? Ne parliamo con Roberto Reali, storico del Dipartimento di scienze bio-agroalimentari del Cn

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“La totalità del mio residuo patrimonio realizzabile dovrà costituire un fondo i cui interessi si distribuiranno annualmente in forma di premio a coloro che, durante l'anno precedente, più abbiano contribuito al benessere dell'umanità senza tenere conto della loro nazionalità”. Questa la parte iniziale del testamento del chimico svedese Alfred Bernhard Nobel, sottoscritto la mattina del 27 novembre 1895 allo Swedish Norwegian Club di Parigi, specificando gli ambiti in cui dovevano essere assegnati i premi: fisica, chimica, fisiologia o medicina, letteratura e la pace. Così nasce il Premio Nobel, uno dei più importanti riconoscimenti assegnato ogni anno a persone che nella vita hanno effettuato importanti scoperte, invenzioni, opere letterarie o che si sono impegnate per la concordia nel mondo. Istituito ufficialmente nel 1901, viene consegnato il 10 dicembre di ogni anno, anniversario della morte di Nobel, presso la Sala dei concerti di Stoccolma.

Si narra che in seguito alla morte del fratello di Alfred Bernhard, Ludvig Nobel, un giornale francese nel 1888 confuse le identità dei due Nobel e pubblicò un articolo intitolato “Il mercante della morte”. Alfred, leggendo il proprio “necrologio”, fu turbato al punto che, spinto probabilmente anche dai sensi di colpa per essere l'inventore di uno strumento di morte come la dinamite, decise di dare vita a un premio destinato a quanti invece avessero contribuito a fare del bene. “Non credo si possa giudicare un'innovazione tecnologica in questi termini. La dinamite, in realtà, fu un miglioramento della nitroglicerina, una stabilizzazione che ne diminuiva il pericolo e ne permetteva il trasporto”, commenta Roberto Reali, storico del Cnr, secondo il quale “pensare che l'ultimo testamento di Nobel fosse determinato dal senso di colpa è una leggenda. Se pensiamo all'utilizzo di questo esplosivo per la costruzione delle infrastrutture stradali o ferroviarie non possiamo considerarlo di per sé malvagio. È invece vero che l'azienda petrolifera dei fratelli Nobel ebbe un ruolo importante nella scoperta e nello sfruttamento dei giacimenti del Caspio e si contrapponeva sul mercato mondiale agli americani, suscitando reazioni negative nell'opinione pubblica: i primi concessionari del petrolio furono considerati dei meri profittatori ed etichettati come robber barons, espressione spregiativa con cui si designavano imprenditori e banchieri che senza grandi sforzi né scrupoli, e attraverso forme di concorrenza sleale, accumulavano immense quantità di denaro ed enormi fortune personali”.

La famiglia Nobel ricavò in effetti dai possedimenti petroliferi una grande fortuna, divenuta la base economica per la costituzione e il mantenimento del Premio. “Forse indagherei in questa direzione per comprendere le cause dell'istituzione di un premio internazionale, che aveva come motivazione principale la scoperta scientifica e il miglioramento dell'umanità”, conclude Reali. 

Fonte: Roberto Reali, Dipartimento di scienze bioagroalimentari, tel. 06/49932195 , email roberto.reali@cnr.it -

 

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