Città al fresco? Basta che stiano al verde
Più alberi e giardini, meno condizionatori. I ricercatori che studiano le ‘isole di calore' hanno dimostrato come nella stessa città, da zona a zona, si possano avere differenze notevoli: le aree verdi 'evitano' fino a 12 giorni caldi e 32 notti con temperature minime superiori ai 20°C
Cortili verdi e qualche giardino in più potrebbero migliorare il clima estivo in città e ridurre l'uso dei condizionatori. Con benefici per la nostra salute e sulla bolletta della luce. La variazione di temperatura che si otterrebbe con una maggiore diffusione della vegetazione urbana - spontanea e nelle aree attrezzate - può arrivare a cinque gradi, dicono alcuni studi condotti a Firenze dall'Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).
Una sperimentazione ha messo a confronto due grandi parchi con prati e piante ad alto fusto, due cortili non asfaltati e alberati e un piazzale coperto da asfalto e non ombreggiato, nei quali sono stati posizionati sensori per rilevare temperatura e umidità relativa dell'aria. "Le analisi effettuate periodicamente", spiega Laura Bacci dell'Ibimet-Cnr, "si riferiscono sia al Park cooling index (Pci), che rappresenta la differenza termica tra le aree di riferimento, sia al Physiological equivalent temperature (Pet), il cui valore in gradi viene ottenuto combinando più parametri meteorologici - temperatura, umidità relativa, velocità dell'aria, ecc. - e individua la condizione fisiologica individuale. All'aumentare del valore di Pet, in estate, cresce anche lo stress per le persone. D'inverno, invece, il disagio da freddo corrisponde a valori di Pet molto bassi".
Dalle indagini, i parchi mostrano una temperatura mediamente più bassa di 2°C rispetto al piazzale non ombreggiato; durante le ore del giorno, anche nei cortili sono state riscontrate temperature inferiori fino a 5-6°C. "Per quanto riguarda i valori di Pet, il piazzale assolato ricade per circa il 40% delle ore diurne dei giorni sereni nella classe con il livello di stress più alto, contro percentuali del 16% e del 4% nel cortile ombreggiato e nel parco", continua la ricercatrice. "Durante l'inverno i parchi hanno ovviamente condizioni più disagevoli rispetto al piazzale asfaltato, invece i cortili mostrano valori di Pet significativamente più alti, confermando l'effetto di moderato riscaldamento dell'aria e un maggior numero di ore di benessere".
"Il problema in città sono le 'isole di calore'", rilancia Luciano Massetti dello stesso Istituto. "La radiazione solare assorbita dai materiali artificiali, oltre a essere maggiore rispetto a quella catturata dalla vegetazione, viene rilasciata sotto forma di calore molto lentamente, causandone l'intensificarsi soprattutto la sera". Il caldo serale e notturno esterno determina un uso anche in tali ore dei condizionatori negli ambienti chiusi, che a loro volta causano un aumento della temperatura esterna anche nella notte.
"Alcuni risultati ottenuti da un'indagine condotta in città da Ibimet e Centro di bioclimatologia dell'Università di Firenze, evidenziano nella stagione estiva differenze notevoli, ad esempio, 12 giorni in meno con temperatura massima dell'aria superiore a 30°C nelle zone a verde rispetto a quelle che ne sono completamente prive", aggiunge Massetti. "Ancora più indicativa è l'analisi delle tropical nights, giorni con temperature minime serali superiori a 20°C, con differenze di 32 giorni, su 92 della stagione estiva, da zona a zona".
Se le aree verdi sono importanti per la salute e il risparmio energetico, bisogna considerare anche la tipologia vegetale. "L'area a prato", conclude il ricercatore, "è più efficace la notte, poiché le temperature minime sono mediamente più basse di circa 3°C rispetto a un'area con copertura arborea, che però rispetto al prato di giorno può attenuare le massime di circa 3°C".
Fonte: Laura Bacci, Istituto di biometeorologia, Firenze, tel. 055/3033711 , email l.bacci@ibimet.cnr.it - Luciano Massetti, Istituto di biometeorologia, Firenze , email l.massetti@ibimet.cnr.it -