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Come difendersi dall'acqua

alluvione
di Anna Maria Carchidi

Tante alluvioni hanno flagellato il nostro Paese nel 2014, provocando disastri e vittime. Fausto Guzzetti, direttore dell'Irpi-Cnr, suggerisce gli interventi e i comportamenti corretti e più semplici da mettere in atto per ridurre  le conseguenze di questi eventi calamitosi

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Nel 2014 molte regioni italiane sono state interessate da abbondanti  precipitazioni, che hanno causato smottamenti e frane, con un pesante bilancio in termini di vite umane e di danni. L’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Irpi) del Cnr ha pubblicato un vademecum con le indicazioni sui  comportamenti da tenere e quelli da evitare in caso di alluvione.

“Innanzitutto”, dice Fausto Guzzetti, direttore dell’Irpi-Cnr, “è fondamentale la conoscenza del territorio in cui si vive e lavora e sapere se si trova in una zona a rischio. In tal caso, bisogna informarsi sul piano di emergenza adottato dal proprio Comune e dotare l’abitazione di sistemi di protezione: sacchi di sabbia, paratie mobili anti allagamento, cassetta di pronto soccorso, torce elettriche, radio a batteria, candele, accendini, scorte di acqua e alimenti non deperibili, copia dei propri documenti e numeri di emergenza a portata di mano”. Quando l’alluvione arriva, durante la fase di allerta" bisogna spostarsi nei piani più alti delle abitazioni" e nelle stanze più lontane dai versanti e, se si vive al pian terreno, abbandonare la casa" spiega il direttore dell’Irpi-Cnr.  Non si devono utilizzare ascensori né bere acqua dal rubinetto perché potrebbe essere contaminata; vanno disattivati gli impianti di acqua, gas ed elettricità. Se si sentono scricchiolii o si vedono crepe sui muri, è indispensabile avvertire le autorità e allontanarsi da casa per raggiungere le aree di raccolta, indicate nel piano di protezione civile del Comune”.

Non mancano suggerimenti su come comportarsi quando si è all’esterno, anche se, precisa Guzzetti: “Si deve uscire di casa solo se davvero necessario e sempre dopo aver avvertito familiari e parenti.  Fuori casa, bisogna evitare di percorrere sottopassi e ponti che si trovano su torrenti e fiumi in piena, non sostare lungo gli argini o in vicinanza di corsi d’acqua, non transitare lungo strade in prossimità di pareti rocciose. È preferibile, inoltre, non usare l’auto, in quanto bastano pochi cm di acqua per far spegnere il motore, e non si deve provare a metterla in salvo perché il garage potrebbe essere allagato”.

Occorre infine tenersi aggiornati sull’evolversi della situazione. “Le frane si possono verificare anche ore o giorni dopo la fine della pioggia, perciò è bene prestare attenzione ai versanti, in particolare a quelli da cui esce acqua”, conclude il ricercatore. “Prima di riattivare gli impianti elettrici, dell’acqua o del gas, è utile assicurarsi che non siano danneggiati; la pulizia del fango in cantine, interrati e seminterrati va posticipata se c’è ancora allerta. Un comportamento corretto e responsabile oltre a diminuire l’entità dei danni permette un ritorno più veloce alla normalità”.

Anna Maria Carchidi

Fonte: Fausto Guzzetti, Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica, Perugia, tel. 075/5014402 , email fausto.guzzetti@irpi.cnr.it -

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