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Caravaggio e le sue copie

di Sandra Fiore

Le opere di una delle personalità più affascinanti della storia dell'arte italiana, grazie a sofisticate metodologie diagnostiche, hanno forrnito informazioni sempre più precise. Una testimonianza dei risultati ottenuti dalla ricerca scientifica amica dalla mostra dedicata al pittore lombardo, visitabile fino al 16 luglio presso Palazzo Barberini a Roma

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Caravaggio

l gusto e la sensibilità affinati con gli studi, qualità imprescindibili dello storico dell'arte, possono trovare il sostegno dell'indagine scientifica e di tecniche diagnostiche che, applicate ai beni culturali, aprono nuovi orizzonti di conoscenza a restauratori, storici, esperti dell'arte. Dall'accertamento dell' autenticità e della paternità di un'opera all'analisi dei materiali usati, sempre più spesso ciò che è difficile verificare a occhio nudo viene affidato alla tecnologia.

Ne è prova una piccola ma originale mostra, 'Il doppio e la copia', dedicata a Caravaggio e allestita nelle Gallerie di Palazzo Barberini a Roma, che rimarrà aperta fino al 16 luglio. L'esposizione mette a confronto due coppie di dipinti: due di Caravaggio e due copie antiche che ritraggono rispettivamente San Francesco in meditazione e la flagellazione di Cristo. Il confronto tra le due versioni pressoché identiche è supportato, oltre che dal tradizionale apparato didascalico, dall'approfondimento in touch screen di una serie di dati scientifici: dalle indagini riflettografiche e radiografiche all'esame chimico dei colori e alla mappa del disegno preparatorio. Si scoprono modifiche avvenute in corso d'opera, incisioni e metodi di copiatura del modello, dettagli che fanno 'la differenza' tra il modello e la copia.

I due San Francesco in meditazione, l'uno proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto Romano e in deposito alle Gallerie nazionali di arte antica di Palazzo Barberini, l'altro dalla chiesa romana di Santa Maria della Concezione (nota come Chiesa dei Cappuccini), sono stati per lunghi anni al centro di una complessa vicenda attributiva. Le operazioni di restauro e le ricerche tecniche hanno contribuito a riconoscere l'autenticità caravaggesca nella tela proveniente da Carpineto. Nella Flagellazione di Cristo, proveniente dal museo di Capodimonte di Napoli e un tempo collocato nella chiesa di San Domenico, le analisi hanno messo in luce un consistente numero di ripensamenti del pittore lombardo, tra cui una figura estranea alla redazione finale. In confronto, un'altra Flagellazione attribuita ad Andrea Vaccaro, noto copista del Merisi. 

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