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Un team internazionale di scienziati, che include anche astrofisici italiani dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), ha potuto 'fotografare’, per la prima volta, una tempesta di fulmini da un buco nero, grazie ai telescopi Magic installati nell’Osservatorio di Roques de los Muchachos, sull'isola di La Palma, alle Canarie, a 2.200 metri di altezza sul livello del mare.
Gli studiosi hanno osservato un eccezionale flusso di radiazione di altissima energia (raggi gamma) proveniente dal nucleo della galassia attiva IC 310, un buco nero super massiccio di oltre 300 milioni di masse solari, e registrare le variazioni del flusso di energia proveniente dalla sorgente cosmica, le più rapide mai intercettate finora in una sorgente di questo tipo e a queste energie. L'osservazione ha dato la possibilità di indagare la struttura e il meccanismo di funzionamento di un buco nero al centro della galassia, e suggerisce che l'emissione gamma sia dovuta a particelle accelerate in una regione estremamente vicina al buco nero. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su 'Science Express’.
È la prima visione diretta del processo di formazione dei getti nelle sorgenti cosmiche. IC 310 è una galassia attiva che appartiene all'ammasso del Perseo ed è distante circa 260 milioni di anni luce dalla Terra, in direzione della omonima costellazione. "I raggi gamma di alta energia sono importanti perché permettono di esplorare le zone più interne dei nuclei galattici attivi", spiega Angelo Antonelli, responsabile Inaf presso Magic. "Con queste osservazioni si può arrivare in prossimità del buco nero centrale, dove si verificano le condizioni fisiche più estreme".
"L'inaspettata intensità e la rapidità dell'emissione rivelata da Magic, dell'ordine di pochi minuti”, conferma Barbara De Lotto, docente di fisica sperimentale e responsabile nazionale di Magic per l’Infn, “si è dimostrata di eccezionale rilevanza: un tale intervallo temporale indica che la massiccia emissione dei raggi gamma deve necessariamente iniziare nelle immediate vicinanze del buco nero. Questa osservazione quindi, contribuisce a chiarire quello che, a tutt'oggi, è uno dei grandi enigmi dell'astrofisica moderna".
I telescopi Magic, di 17 metri di diametro ciascuno, sono frutto di una collaborazione internazionale nella quale l’Infn e le università di Padova, Siena e Udine svolgono un ruolo rilevante fin dall'inizio della loro costruzione, 10 anni fa. Dal 2006 vi partecipa anche l’Inaf. La collaborazione coinvolge circa 160 ricercatori provenienti da Bulgaria, Croazia, Finlandia, Germania, Giappone, India, Italia, Polonia, Spagna e Svizzera.