L'altra ricerca

L'arca di Noè diventa hi tech

miceli
di Rosanna Dassisti

È partito, il 19 ottobre 2014 dal porto di Riva di Traiano a Civitavecchia, l'eco-velista Matteo Miceli con l'imbarcazione Eco40, per battere record e svolgere attività di ricerca. Da Roma a Roma, dopo un viaggio di 27.000 km, a bordo di una barca a vela dotata di orto biologico, galline e pannelli solari: niente scali per rifornimenti, zero combustibili fossili e con la compagnia di due galline

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È partita alle 11.55 del 19 ottobre 2014, da Riva di Traiano, a Civitavecchia, (Rm), l’imbarcazione Eco40, che l’eco-velista Matteo Miceli condurrà in solitario attorno al globo per circa 27.000 miglia nautiche, da Roma a Roma, senza assistenza e senza scalo, in completa autonomia energetica, idrica e alimentare. Tutto grazie a dispositivi e strumenti, progettati in collaborazione con l’Università di Roma 'Sapienza’ e installati sull’imbarcazione, che funzionerà anche da laboratorio galleggiante per rilevare onde di vento oceaniche, analizzare le condizioni meteo-oceanografiche e verificare l’assetto dell’imbarcazione nel tempo.

Il progetto, patrocinato dall’Università della Capitale e dalla Regione Lazio, si chiama 'Roma Ocean World’ e punta a battere tre record: compiere il primo giro del mondo in solitario senza combustibili fossili a bordo e quindi in autonomia energetica; in solitario in autonomia alimentare; in solitario dall’Europa con un Class 40. La rotta di Eco40 prevede di doppiare Capo di Buona Speranza, Capo Lewinn e Capo Horn, circumnavigando l’Antartico. Sarà possibile seguire il suo viaggio in tempo reale in streaming dal sito www.matteomiceli.com.

L’imbarcazione è alimentata da pannelli fotovoltaici calpestabili, due generatori eolici e due idroturbine a immersione che trasformano in energia elettrica il movimento dello scafo, come una dinamo. L’energia prodotta a bordo è accumulata mediante batterie al litio e l’illuminazione è interamente costituita da Led ecologici. A bordo è presente un motore elettrico da 7 Kw, necessario per le manovre nei porti. Il sistema di acquisizione dati di bordo e il software di controllo sono stati progettati e realizzati dagli ingegneri della Sapienza, che si sono occupati anche dell’integrazione delle varie fonti energetiche.

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Il nutrimento del comandante è assicurato da un orto biologico, illuminato artificialmente, irrigato con acqua di mare desalinizzata e fertilizzato con un compost marino a base di alghe, con l’aggiunta dei residui alimentari e fisici prodotti dal pilota. Le proteine necessarie alla sopravvivenza saranno fornite dalla pesca e da due compagne di viaggio speciali: le galline 'LaBionda’ e 'LaMora’, che hanno già affrontato il mare aperto in numerose occasioni. Non sarà bruciato alcun combustibile a bordo, neanche per cucinare.

Saranno misurate sia le condizione meteo-oceanografiche incontrate durante la navigazione, sia la posizione e l’assetto dell’imbarcazione nel tempo. In particolare, il vento, la pressione atmosferica, la temperatura dell’acqua marina e dell’aria e le correnti superficiali.

L’analisi dei movimenti della barca fornirà informazioni sulle altezze delle onde e consentirà di definire le azioni a cui l’imbarcazione è soggetta, per migliorare i relativi parametri di progetto. Questi parametri verranno acquisiti con la strumentazione elettronica che fa parte dell’equipaggiamento della barca e con quella che è stata appositamente installata a bordo da ditte specializzate che hanno rapporti di collaborazione con il dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale (Dicea) della Sapienza, investito direttamente nel progetto, e che hanno interesse a provare le strumentazioni in condizioni di funzionamento estreme. L’analisi dei dati misurati a bordo verrà eseguita da ricercatori, dottorandi di ricerca e assegnisti di ricerca afferenti al Dicea, coordinati dai docenti Paolo De Girolamo e Mattia Crespi.  

 

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