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La laurea conviene

laurea
di Rosanna Dassisti

Chi consegue il titolo universitario ha maggiori possibilità di trovare lavoro, anche in tempo di crisi. Tuttavia il numero dei laureati nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni è ancora molto basso, mentre le studentesse più brillanti rispetto ai colleghi uomini. Sono solo alcuni dei dati che emergono dal XVI rapporto AlmaLaurea

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In Italia aumentano i giovani che terminano gli studi universitari nei tempi previsti e diminuiscono i 'fuori corso’, si estende l’esperienza di stage svolti durante gli studi e si mantiene costante la tendenza ad avvantaggiarsi per le opportunità di studio all’estero. Anche se la laurea consente di godere di vantaggi occupazionali rispetto ai diplomati, il numero dei laureati nella fascia di età 25-34 è ancora molto basso: il 21% contro il 39 in ambito Ocse, che pone il nostro Paese ai livelli di Repubblica Ceca e Turchia. Sono alcuni dei dati che emergono dal XVI rapporto AlmaLaurea 2013, presentato al convegno 'Opportunità e sfide dell’istruzione universitaria in Italia' all’Università di Scienze gastronomiche di Bra (Cn).

“Il rapporto evidenzia i miglioramenti registrati dall’età della laurea e dalla regolarità negli studi, aspetti storicamente dolenti del sistema universitario nazionale pre-riforma”, commenta Andrea Cammelli, direttore del consorzio AlmaLaurea. “A sottolineare la crescente, positiva collaborazione fra università e mondo del lavoro è invece la crescita delle esperienze di tirocinio e stage, condotte soprattutto al di fuori dell’ambiente universitario”.

In base ai dati del profilo, che ha coinvolto 230 mila studenti di 64 università, emerge che su 100 laureati, terminano in corso 41 triennali, 34 a ciclo unico e 52 magistrali. Solo 13 su 100 terminano gli studi fuori corso (mai si era osservato un valore così basso).

Lo scenario resta tuttavia incerto. “È vero che la formazione dei manager sta migliorando: negli ultimi due anni quelli in possesso di laurea sono passati dal 14,7% del 2010 al 24,5% del 2012, ma dobbiamo ancora recuperare un ritardo storico”, continua Cammelli.  L’età media alla laurea è pari a 25,5 anni per il primo livello, 26,8 anni per i magistrali a ciclo unico e a 27,8 per i magistrali biennali. Tale miglioramento è dovuto principalmente all’aumento della regolarità negli studi: i laureati che concludono gli studi nei tempi previsti erano il 15% nel 2004 e sono quasi triplicati nel 2013 (43%).

Inoltre, 76 giovani su 100 decidono di continuare a studiare dopo la laurea triennale. Ma a pesare sono variabili come la provenienza geografica e le difficoltà del mercato del lavoro. Non a caso la quota di chi vuole rimanere in università sale all’81% tra i laureati di primo livello nel Sud Italia, mentre è al 77% al Centro e al 69% al Nord.

Le donne hanno performance di studio più brillanti. Si laurea in corso il 45% contro il 40 degli uomini; il voto medio di laurea è pari a 103,3 su 110 per le prime e a 101,0 per i secondi.

Le esperienze di studio all’estero dei laureati italiani, che si erano contratte nei primi anni della riforma, sono andate gradualmente riprendendosi e coinvolgono complessivamente il 12% dei laureati 2013.

Cosa cercano i laureati nel posto di lavoro? Sicuramente poter acquisire professionalità (76%), ma anche stabilità (66%) e possibilità di carriera e di guadagno (rispettivamente 61 e 55%).

 

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