In arrivo nuovi nomi a dominio
Non più solo i conosciuti .com, .net o .it: ora è possibile registrare un sito che abbia come estensione il nome di un brand, di un prodotto, di una città… Questa liberalizzazione non sembra però interessare troppo l'Italia: dal nostro Paese sono arrivate all'ente che gestisce il sistema solo 16 richieste su quasi duemila
Accanto ai 22 nomi a dominio generici già esistenti, come .com, .net, o .biz e alle circa 250 varianti geografiche, come per esempio il .it i ccTld (country code Top Level Domains), presto potremo visitare un sito targato .moda, .luxury o .club.
Un’ondata di nuovi nomi a dominio di primo livello sta infatti abbattendo si in rete: sono oltre 250 i nuovi gTld (generic Top Level Domains) già accettati dall’Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), l’ente internazionale che gestisce tale sistema, e si prevede che il loro numero nei prossimi anni possa superare i 1.300.
Una “nuova era di Internet”, l'ha definita il presidente di Icann Fadi Chehadé: d'ora in poi un’azienda o un’organizzazione potrà utilizzare il nome di un brand, di un prodotto o una parola con un elevato interesse strategico o geografico. Inoltre, per la prima volta sarà possibile creare gTld utilizzando caratteri non Ascii, come il cirillico, l’arabo o il cinese.
“La creazione di un nuovo gTld porta con sé una serie di problematiche complesse”, spiega Maurizio Martinelli, dell’Istituto di informatica e telematica (Iit) del Cnr di Pisa e responsabile dell’unità Sistemi e sviluppo tecnologico del Registro .it. “Per questo i requisiti tecnici, economici e operativi richiesti da Icann per l’approvazione dei nuovi domini di primo livello sono molto dettagliati. Non è un caso che la maggior parte delle nuove estensioni approvate sia stata presa in carico da organizzazioni che già si occupano dei nomi a dominio esistenti”.
A questa nuova rivoluzione digitale non sembra però interessata l’Italia. Delle 1.930 richieste di assegnazione per i nuovi gTld arrivate a Icann, solo 16 sono arrivate dal nostro Paese, e di queste ben 10 da una sola società: la Fiat. Le altre sono state inoltrate da Bnl (.bnl), Gucci (.gucci), Lamborghini (.lamborghini), dalla società di consulenza Praxi (.praxi), dal celebre Hotel Cipriani di Venezia (.cipriani) e da Aruba (.cloud), società che si occupa di web hosting e di servizi di connettività. Non vedremo sul web siti targati con il .roma o il .milano, quindi. A differenza di altre grandi città, come Parigi col .paris, Londra col .london o New York col .nyc, nessuna città italiana ha avanzato richiesta di registrazione.
Ad ogni modo, la 'liberalizzazione’ non preoccupa troppo la concorrenza. Prima di questa nuova fase, infatti, Icann aveva già introdotto 15 domini di tipo generico (.info e .biz per esempio) che si sono aggiunti ai 7 metadomini storici (.com, .net, .gov, .edu, .org, .mil, .int), e i risultati in termini di registrazioni non sono stati quelli sperati. Il precedente induce a pensare che difficilmente i nuovi gTld intaccheranno il mercato dei domini di primo livello, generici o geografici, già esistenti.
“Difficilmente chi già possiede un sito cambierà il proprio nome e chi apre un nuovo sito web normalmente si rivolge ai registri più conosciuti come il .com o il .net, o geografici, come il .it”, conlude Martinelli. “Dei nuovi siti, probabilmente avranno più successo quelli specificatamente rivolti a una comunità culturale e linguistica, come il nuovo Tld .ÔÚÏß, in cinese 'online’, che nel primo giorno di apertura ha registrato più di 33 mila nomi a dominio”.
Gian Mario Scanu
Fonte: Maurizio Martinelli, Istituto di informatica e telematica, Pisa, tel. 050/3152087 , email maurizio.martinelli@iit.cnr.it -