L'altra ricerca

Verona, città del vino

vino
di Alberto La Peccerella

La città veneta ha ospitato, dal 6 al 9 aprile, la 48° edizione di 'Vinitaliy', un'occasione per gli operatori del settore di fare un bilancio della situazione in questo comparto del 'made in Italy' tra diminuzione dei consumi, richiesta di qualità ed export 

Pubblicato il

Condividi

pastedGraphic.png

Il mondo che gira attorno al vino si è dato appuntamento alla Fiera di Verona, dove si è tenuta la 48ª edizione di Vinitaly, il più importante salone internazionale dedicato a vino e distillati, punto di incontro e scambio tra operatori di un comparto che in Italia vale oltre 12 miliardi di euro l’anno.

I dati sull’esportazione di vino italiano rappresentano la notizia più significativa: il 2013 ha registrato un incremento del 7,3% rispetto all’anno precedente, con un fatturato che ha superato i 5 miliardi di euro. Lo ha sottolineato anche Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, intervenendo all’inaugurazione del Vinitaly: “Il vino è stato e sarà anche in futuro un grande ambasciatore del 'made in Italy’ nel mondo. Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione”.

Da uno studio di Assoenologi risulta che negli ultimi cinque anni la produzione è diminuita del 2%, pur se con una ripresa nel 2013 (anno in cui la Spagna ci ha strappato il record di vino prodotto), ma è cresciuta la produzione di qualità: Doc e Docg sono oggi circa il 40% del totale della produzione enologica. Aumenta il fatturato dell’export che, nel quinquennio 2008-2013, registra un +37%, mentre diminuisce il consumo interno pro capite, addirittura -7% rispetto al 2012, toccando il minimo storico dall’Unità d’Italia. La spesa delle famiglie italiane per il vino, dopo un arresto nel 2009, rappresenta però il 2,5% della spesa alimentare. Dunque il consumo entro i confini nazionali continua a essere trainante per il mercato.

La diminuzione dei consumi interni è da ricondurre al diverso approccio culturale e alimentare nei confronti del vino: il consumo prettamente domestico è calato, si beve prevalentemente fuori casa, in occasioni particolari e nel fine settimana, si cerca più qualità, innovazione e sempre più informazione. Lo dimostrano la grande affluenza al padiglione 'Sol&Agrifood’, dedicato all’olio e all’agroalimentare, e il sorprendente successo per 'Vinitaly bio’ e 'ViViT’, aree dedicate alle produzioni biologiche e biodinamiche.

I 4.100 espositori, provenienti da 20 paesi diversi, nei quattro giorni di fiera hanno tenuto testa a quasi 150 mila persone tra distributori, importatori, buyers stranieri, ristoratori, sommelier, commercianti al dettaglio, giornalisti, critici e blogger. In concomitanza con Vinitaly e Sol&Agrifood, si è svolto anche Enolitech, il salone internazionale delle tecniche per la viticoltura, l’enologia e le tecnologie olivicole e olearie, nel cui ambito sono state presentate le aziende leader nella fornitura di mezzi tecnici: macchinari, attrezzature e accessori per la produzione, l’imbottigliamento, il trasporto, la conservazione e la degustazione del vino e dell’olio.

Nella prima giornata di Vinitaly si è affrontato un tema fondamentale per l’economia dell’intero comparto agroalimentare italiano: il fenomeno della contraffazione. Sono intervenuti il ministro Maurizio Martina e quello dell’Interno Angelino Alfano, analizzando uno studio che quantifica in 60 miliardi di euro all’anno di mancato fatturato il danno provocato dal falso 'made in Italy’, prevalentemente commercializzato all’estero.

Alberto La Peccerella

Tematiche
Argomenti