“In quella Padova di fine Cinquecento, di cui possiamo immaginare le vie affollate di studenti e viaggiatori o le piazze colorate dai rumorosi mercati cittadini, ecco Galileo che cammina a passi svelti nel centro storico, in quel tragitto quotidiano che lo portava da casa all'università”. Con un racconto intriso di sensazioni visive, sonore, di curiosi dettagli legati alla memoria dei luoghi, il volume “La scienza nascosta nei luoghi di Padova” conduce per mano il lettore alla scoperta della città e dei suoi uomini illustri, con l'intento di far conoscere quanta scienza nel corso di otto secoli sia fiorita tra le mura dei suoi storici palazzi. Sede universitaria fin dal 1222, fondata da studenti che lasciarono la prestigiosa Alma studiorum bolognese in cerca di un sapere più libero, fin dall'antichità Padova ha contribuito a far crescere quel terreno fertile che ancora oggi la rende una delle città con più forte vocazione alla ricerca scientifica. Il volume, a cura della redazione de il Bo Live, il giornale in rete dell'Università, raccoglie 33 luoghi segnati dalla scienza, ma anche dalla storia e dall'arte.
Scorrendo le pagine, ci si imbatte in personaggi illustri: Copernico, Galileo Galilei, Giotto, Giusto de' Menabuoi, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la prima donna laureata al mondo, Albert Einstein e Stephen Hawking che visitarono l'Università. A pochi passi dalla Basilica di S. Antonio e dalla via del Santo (oggi via Galilei) è possibile identificare la casa dello scienziato pisano, contrassegnata da una targa. Qui Galileo si dedicò alla realizzazione di lenti e di diversi tipi di cannocchiale, osservò per la prima volta nel 1610 la superficie della Luna, “aspera et inaequali” come riportò nel 'Sidereus Nuncius'. E individuò i quattro maggiori satelliti di Giove, scoperta che aprì la strada a una nuova concezione dell'Universo e all'osservazione empirica quale base della scienza.
Presso la sede storica dell'Università si scopre il Liston, la pavimentazione tra Piazza Garibaldi e Palazzo Bo, alternanza apparentemente irregolare di fasce chiare e grigio scuro; in realtà le liste di pietra si alternano rispondendo alla serie matematica di Leonardo Fibonacci, per cui ogni numero, cominciando dal terzo, è uguale alla somma dei due precedenti. Palazzo Bo, sorge sull'Ospitium bovis, famosa locanda dedicata al bove, già nel Trecento zona di commercio di bovini. Nella sala dei Quaranta è conservata la cattedra di Galileo che qui insegnò tra il 1592 e il 1610. Un vero gioiello realizzato nel 1595 è la struttura in legno del teatro anatomico, a forma di cono rovesciato. Allo sviluppo di questi studi dette un grande contributo Andrea Vesalio, docente di anatomia e chirurgia e autore nel 1543 di 'De humani corporis fabrica'. Un altro primato dell'Università è aver ospitato il primo laboratorio universitario italiano di fisica sperimentale a opera Giovanni Poleni (1685-1761).
Per cogliere l'anima scientifica della città si può proseguire nella biblioteca antica del Seminario vescovile, circa 300.000 volumi antichi e moderni tra cui la prima edizione del 'Dialogo sopra i massimi sistemi' (1632) con note e correzioni originali di Galileo. Scienza e arte sono i tesori di Palazzo Cavalli, sede dei Musei di geologia e paleontologia e di mineralogia. La collezione si deve al medico lucchese Antonio Vallisneri. L'Orto botanico fu istituito nel 1545 per offrire elementi didattici agli studenti, costretti a riconoscere le piante solo dalle immagini dei libri. Tra le circa 3.500 specie vegetali che vi si conservano, è una palma nana piantata nel 1585 che nel 1786 colpì l'attenzione di Goethe.
Nel Palazzo della Ragione si dispiega la conoscenza medievale del cosmo: scienza, superstizione, sacro e profano caratterizzano il ciclo pittorico di oltre 2.500 metri quadri. Passando dalla Cappella degli Scrovegni, dove Giotto dipinse con molta probabilità la Cometa di Halley visibile nel 1301 (Adorazione dei Magi), alla Torre dei Carraresi culminante con il primo orologio astronomico–astrologico, si coglie la ricca cultura del passato che si lega alle realtà scientifiche innovative presenti sul territorio. Una di queste è rappresentata dal Consorzio Rfx, che ha sede presso l'Area del Cnr e del quale l'Ente è main partner, che ha come obiettivo portare avanti il progetto dell'energia da fusione.