Italian Pec, 'bollino blu' dall'Isti di Pisa
L'Istituto di scienza e tecnologia dell'informazione è stato incaricato da Digitpa, l'ente nazionale per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione, di sviluppare unlo standard che favorisca la massima compatibilità e interoperabilità tra sistemi informatici
L'Ietf (Internet engineering task force), l'organismo internazionale che si occupa della standardizzazione di Internet, ha di recente pubblicato l'Rfc (Request for comments) 6109, con il quale fornisce alla comunità scientifica internazionale la definizione delle regole tecniche e specifiche del sistema italiano di posta elettronica certificata (Pec).
"L'Italia è uno dei primi paesi al mondo ad aver capito l'importanza dell'utilizzo della posta elettronica ed è per questo che ha sentito l'esigenza, a livello governativo, di immaginare un sistema come la Pec. Questa sta avendo un ruolo sempre più importante nelle comunicazioni tra le pubbliche amministrazioni e tra queste e i cittadini. Una importanza ribadita dal fatto che l'attuale normativa di legge prevede per ogni pubblica amministrazione una quota di caselle Pec", dice Francesco Gennai, responsabile per il Cnr del progetto Pec.
La Pec è un'estensione della posta elettronica messa a disposizione dai provider di servizi, con la quale - analogamente a quel che accade per la posta cartacea con le raccomandate con ricevuta di ritorno - si ha la garanzia che giunga a destinazione (e quando) il messaggio, del quale viene tracciato il percorso compiuto passando da un server all'altro. La Pec diviene quindi uno strumento importantissimo nelle comunicazioni ufficiali, laddove si abbia la necessità di garantire l'autenticità del mittente e l'effettivo raggiungimento del destinatario.
"Per raggiungere questo scopo", prosegue Gennai, "il governo italiano ha emanato delle regole tecniche alle quali i provider si sono attenuti per lo sviluppo dei propri sistemi Pec. Il problema è l'interpretazione delle regole da parte di ciascun sviluppatore. Interpretazione che porta a soluzioni che possono divergere tra loro, creando problemi di compatibilità".
Per scongiurare il proliferare di potenziali diversità nell'utilizzo dei protocolli è quindi entrato in gioco l'Istituto di scienza e tecnologia dell'informazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Isti-Cnr), al fine di garantire quella che si chiama tecnicamente 'interoperabilità dei sistemi', ovvero: se un provider di servizi vuole offrire ai propri clienti la Pec può farlo implementando un proprio sistema, purché questo abbia requisiti tali da adeguarsi a uno standard che permetta di comunicare con tutti gli altri provider che sviluppano sistemi di Pec. In qualche modo una lingua franca, con cui tutti possano capirsi.
L'Isti-Cnr ha ricevuto da Digitpa, l'organismo governativo che si occupa della digitalizzazione della pubblica amministrazione, l'incarico per trovare il modo di far recepire queste regole tecniche e la piattaforma Pec sviluppata dall'Isti diventa lo strumento per i test di interoperabilità dei provider. Una sorta di organismo di 'bollino blu'. "La speranza, come ulteriore passo di accreditamento internazionale, è che possa nascere un working group all'interno dell'Ietf il cui focus sia centrato proprio su questo tema", conclude Gennai.
Fonte: Francesco Gennai, Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione "Alessandro Faedo", Pisa, tel. 050/3152592 , email francesco.gennai@isti.cnr.it