Focus: Ricercat@mente

Penne laser per 'scrivere' nel vetro

laser
di Viola Rita

Andrea Crespi, ventinovenne assegnista di ricerca dell'Istituto di fotonica e nanotecnologie del Cnr, ha realizzato con il suo gruppo circuiti ottici, ottenendo il premio nel settore 'Scienze fisiche e tecnologie della materia'. Tra le applicazioni, dispositivi per i computer quantistici. Appassionato di fisica, nel tempo libero il ricercatore suona in un coro

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Chip di vetro realizzati dalla fisica della luce combinata con la meccanica quantistica. Sono i primi modelli di processori operanti con i fotoni, per la cui realizzazione Andrea Crespi, ventinovenne assegnista di ricerca post-doc presso l’Istituto di fotonica e nanotecnologie (Ifn) del Cnr di Milano, ha vinto il premio 'Ricercat@mente’ nel settore 'Scienze fisiche e tecnologie della materia’. Un riconoscimento per il  “contributo dato allo studio di circuiti ottici integrati per simulazione e computazione quantistica”, come si legge nella motivazione.

Crespi, all’interno del gruppo guidato da Roberto Osellame, utilizza un 'laser a femtosecondi’ (milionesimi di miliardesimi di secondo), la cui luce, opportunamente focalizzata, può creare i circuiti all’interno del vetro. “La luce modifica il materiale in modo molto preciso, ossia solo nel punto del fuoco e alla profondità desiderata, senza danneggiarne la superficie”, spiega il ricercatore. “Si possono quindi letteralmente 'scrivere’ strutture tridimensionali all’interno, usando il laser come una 'penna ottica’ in 3D”.

La tecnica è innovativa: fino a oggi, infatti, gli esperimenti di ottica quantistica hanno manipolato la luce tramite lenti, specchi e filtri macroscopici, delle dimensioni di qualche centimetro. “Quando nell’apparato sperimentale il numero di questi elementi diventa elevato, lo strumento risulta ingombrante, ma anche sensibile alle vibrazioni e alle condizioni ambientali, quindi meno preciso, rendendo difficili o addirittura impossibili esperimenti complessi”, prosegue Crespi. “Con la tecnica che usiamo, invece, possiamo miniaturizzare dispositivi che svolgono la stessa funzione dei voluminosi elementi ottici finora in uso”. Con applicazioni che vanno dai circuiti ottici a dispositivi per le telecomunicazioni in fibra ottica, fino - in futuro - a elementi per computer quantistici superpotenti.

A portarlo a ottenere il premio, la sua passione per la fisica, scoperta con chiarezza al liceo, anche grazie a una professoressa che la insegnava con particolare  'rigore'. Così ha studiato Ingegneria fisica al Politecnico di Milano e, durante la tesi di laurea, ha capito che voleva entrare nel mondo della ricerca.

Per raggiungere il laboratorio, tutte le mattine Andrea prende il treno da Busto Arsizio, dove abita, a Milano, dove lavora. “Durante la giornata, scrivo o elaboro dati in ufficio oppure mi dedico alla fabbricazione e alla caratterizzazione di chip ottici in laboratorio. Alcuni giorni, poi, insegno, un’attività che mi dà soddisfazione perché mi permette di comunicare la mia passione agli altri”, conclude. “Nel tempo libero mi dedico alla musica, suonando a livello amatoriale il pianoforte e l’organo in un coro giovanile”.

Viola Rita

Fonte: Andrea Crespi, Istituto di fotonica e nanotecnologie, Milano, tel. 02/23996587 , email andrea1.crespi@mail.polimi.it -

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