Saggi

Leopardi lettore e saggista

leopardi
di U. S.

È il ritratto che emerge nel volume che Andrea Lombardinilo ha dedicato al poeta e in cui ne esamina il lavoro svolto per la realizzazione di un'antologia

Pubblicato il

Condividi

Sociologo e pedagostista ante-litteram, oltre che filologo e scrupoloso ricercatore. Questo il profilo leopardiano che emerge dal volume di Andrea Lombardinilo, 'Leopardi: la bellezza del dire' (Marsilio). Il libro ricostruisce le tappe del meticoloso lavoro di ricerca svolto dal poeta per la realizzazione dell’antologia pubblicata dall’editore Stella di Milano nel 1827, cui Leopardi affidò le sue ambizioni di divulgatore culturale.

La 'Crestomazia italiana della prosa’, al di là degli aspetti innovativi che caratterizzano l’impianto strutturale dell’opera, divisa in tredici sezioni e costituita da trecento brani che abbracciano cinque secoli (dal Trecento e al Settecento), emerge per la dirompente originalità. Il lavoro antologico obbedisce a ragioni comunicative, stilistiche e intellettuali ben precise. Da un lato un restyling redazionale dalla precisione maniacale, finalizzato ad attualizzare la lezione stilistica e tipografica dei testi selezionati; dall’altro un’attività esplorativa condotta a tappeto, all’interno di meandri letterari e filosofici poco noti, ma non per questo meno interessanti rispetto ai classici.

Il risultato è un’opera che stravolge il canone della letteratura italiana consolidato dalla tradizione. Il Trecento è pressoché ignorato; il Quattrocento è presente con scelte del tutto particolari, come nel caso di Agnolo Pandolfini e Matteo Palmieri. Il Cinquecento abbonda dei contributi di Annibal Caro, Castiglione, Buommattei, Speroni, Gelli, Giambullari, Della Casa. Ampio spazio è riservato anche al Seicento: da Galilei ad alcuni esponenti della cultura gesuitica, come Paolo Segneri e Giovanni Botero. Non meno interessante il Settecento, rappresentato da Francesco Maria Zanotti, Alessandro Verri, Alessandro Algarotti, Giambattista Roberti, Lorenzo Magalotti.

Ma Leopardi come operava le sue scelte? Giacomo è spinto da istanze mimetiche insospettabili, che lo inducono a stringere un’intesa perfetta con gli autori studiati: in tema di società, lo soccorrono la filosofia di Zanotti o la lezione “cortigiana” di Castiglione e Della Casa; in tema di educazione, attinge a piene mani da Pandolfini, Palmieri e Segneri; in tema di comunicazione e industria letteraria, si rivelano preziosi i contributi giornalistici di Gasparo Gozzi.

Insomma, Leopardi individua nei tanti autori compulsati nel chiuso della biblioteca recanatese gli interlocutori privilegiati con cui poter dialogare dei massimi sistemi dell’esistenza, delle problematiche del vivere sociale e della decadenza dei costumi contemporanei. Ne emerge la figura di uno scrittore pienamente immerso nella temperie culturale del suo tempo. Sullo sfondo, i mutamenti culturali di una società in costante divenire, sospesa tra modernità e innovazione.

U.S.

pastedGraphic.png

titolo: Leopardi: la bellezza del dire
categoria: Saggi
autore/i: Lombardinilo Andrea
editore: Marsilio
prezzo: € 45.00

  

Argomenti