Condividi
Dopo tre anni di intenso lavoro per la ricostruzione, l’alloggio della comunità del Monastero di Visoki Decani (Kosovo), distrutto nel 1949 da un incendio doloso, è di nuovo fruibile. È stato inaugurato, con la benedizione del Patriarca Serbo Irinej in occasione della ricorrenza della 'Slava’, la festa patronale dedicata a Santo Re Stefano (24 novembre), che ha raccolto una moltitudine di pellegrini. Il monastero rappresenta un punto di contatto tra religiosità e cultura orientale e occidentale, oltre che essere patrimonio artistico dell’umanità dell’Unesco, e di recente è stato sede di un convegno sull’arte bizantina patrocinato dal Cnr.
La fondazione del monastero avenne nel 1327 e la costruzione fu affidata a un architetto di Cattaro, Fra Vito, un monaco francescano, quasi a simboleggiare la funzione di ponte tra oriente e occidente che Decani avrebbe svolto nel corso dei secoli. L’esterno si presenta in un’elegante commistione di stile romanico e gotico: bifore, trifore, bassorilievi e sculture adornano le facciate e circondano il tetto e la cupola, rivestita di mattonelle di piombo. Con i suoi 29 metri di altezza, la chiesa ha dato il nome al complesso (visoki in serbo significa 'l’alto, il superiore’). La costruzione fu terminata nel 1335, dopo appena otto anni e altri quindici ce ne vollero per completare il ciclo di affreschi.
La ricostruzione dell'alloggio è stata possibile grazie al Regno di Norvegia, che ha finanziato gran parte dell’opera, e alla Comunità Europea. Duemila pellegrini, fedeli e amici con autorità religiose e civili hanno partecipato alla 'Slava’ del Monastero. “Siamo stati onorati”, ha sottolineato Jan Braathu, attuale ambasciatore di Norvegia in Kosovo, “di aver contribuito all’edificazione di un luogo ove si onora Dio, poiché dove c’è preghiera, c’è sempre spazio per la speranza”.
A promuovere la valorizzazione, conservazione e restauro dei beni culturali e architettonici del sito è l’Associazione 'Amici del Monastero di Decani’, organizzazione apolitica e non confessionale che persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale, nel campo della promozione della cultura. L’Associazione si prefigge, tra l’altro, “la divulgazione dell’eccellente lavoro svolto in Kosovo dalla Forze armate italiane, impegnate in una missione pluridecennale di pace”.