Da onde e maree, energia low cost
Un meeting ospitato all'Insean-Cnr, nell'ambito del progetto Marinet, per confrontarsi su come estrarre energia dal mare: la Comunità Europea prevede di coprire con queste fonti il 15% del consumo totale. Un video per mostrare il progetto e gli impianti della 'vasca navale' del Cnr
Onde, maree, correnti: le idee e le proposte per estrarre energia dal mare sono tante e a volte anche fantasiose. Ma quale sarà il sistema più efficiente, vantaggioso, con il minor impatto ambientale? Su questa domanda tecnici e ricercatori europei si sono confrontati nel meeting che si è svolto lo scorso novembre a Roma presso l'Insean-Cnr nell'ambito del progetto Marinet. L’incontro è stato l’occasione per un confronto tra idee e soluzioni, alcune delle quali già realizzate a livello prototipale o in fase di sperimentazione presso impianti messi a disposizione dai partner del progetto. Tra questi impianti spiccano quelli dell'Insean, tra i più grandi al mondo e dotati di sistemi di misura d'avanguardia, dove vengono riprodotte le condizioni operative in mare ed è possibile eseguire studi e test sperimentali unici (www.insean.cnr.it).
Una parte dell'incontro è stata dedicata all’informazione e alla divulgazione con una visita degli impianti durante lo svolgimento di esperimenti su modelli di prototipi di generatori di energia. I modelli, in scala ma di grandi dimensioni, sono provati nelle situazioni di funzionamento e ambientali (onde, correnti, vento) in cui dovranno operare nella realtà.
Un video della rubrica 'Colpo di scienza' della webtv del Cnr, mostra alcune immagini dell'Insean e del meeting. Il progetto Marinet è un'iniziativa dell’Unione Europea con un budget di circa 12 milioni, di cui 9 finanziati dall’Ue, e terminerà nel 2015. Vi partecipano 29 partner di 11 nazioni europee oltre al Brasile, paese osservatore: per l’Italia il Cnr, l’università di Firenze e della Tuscia.
“Marinet – spiega il responsabile per l’Insean del progetto, Francesco Salvatore - è un progetto concreto che da la possibilità, altrimenti preclusa per gli elevati costi, alle piccole e medie imprese europee di studiare, validare e realizzare dei sistemi innovativi per l’estrazione dell’energia dal mare. Il progetto infatti permette loro di eseguire studi e sperimentazioni a costo zero presso i migliori impanti sperimentali messi a disposizione dai partner. Il know-how sviluppato viene poi messo in rete e diventa patrimonio di tutti”.
Nel Regno Unito, circa il 15-20% dell’attuale fabbisogno di elettricità potrebbe essere fornito dallo sfruttamento dell’energia marina (Fonte: Carbon trust, 2006). La Comunità Europea, a fronte di una stima di produzione di 3.6 gigawatt al 2020, si pone l’obiettivo di arrivare entro il 2050 a 188 gw, oltre 50 volte tanto, pari al 15% del consumo totale (fonte: Eu-Oea Roadmap 2010-2050).
“Nonostante questa importanza strategica – sottolinea il Direttore dell’Insean-Cnr Emilio Campana - non c’è ancora uno standard condiviso per estrarre energia dal mare. A differenza di altri campi delle rinnovabili, come l’eolico dove si sono consolidati precisi sistemi di generazione dell’energia, in questo settore ci sono oggi un centinaio di idee e soluzioni diverse”.
Per saperne di più: www.cnrwebtv, rubrica 'Colpo di scienza'
Andrea Mancini
Fonte: Francesco Salvatore , Istituto nazionale studi ed esperienze di architettura navale del Cnr, Roma, tel. 06/50299313, email francesco.salvatore@cnr.it