Vita Cnr

Netval: valorizzare la ricerca pubblica

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di Angela Galloro

Il network tra atenei italiani e Cnr, Enea e Cira (Centro italiano di ricerche aerospaziali) ha pubblicato un dettagliato rapporto sulle attività di knowledge e technology transfer

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Anche quest'anno l'associazione Netval (Network per la valorizzazione della ricerca universitaria), presieduta da Riccardo Pietrabissa, membro del Consiglio scientifico generale del Cnr, ha pubblicato il suo report sulla ricerca pubblica, con la collaborazione dei principali enti pubblici di ricerca italiani e dell'Istituto di management della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa.

L'indagine è stata condotta su un campione di 61 università italiane che rappresentano, sul totale nazionale, l'85,6% degli studenti universitari e l'88,2% dei docenti di ruolo. E valuta parametri quali l'attenzione alla ricerca, l'offerta di servizi, la protezione della proprietà intellettuale (Pi) e le risorse umane ed economiche impiegate in questi obiettivi.

Dal report emerge, come sottolinea Pietrabissa: "Un leggero calo del numero degli addetti impegnati negli Uffici di trasferimento tecnologico (Utt), scesi a 3,5 unità per ateneo; un aumento del numero medio di invenzioni e di brevetti nelle università italiane, a fronte di una diminuzione della spesa media sostenuta per la protezione della proprietà intellettuale, e del numero medio di licenze e/o opzioni concluse nell'anno.

Per quanto riguarda la ricerca scientifica e tecnologica, poi, si rileva un cospicuo aumento rispetto al 2008. "Il budget ammonta mediamente a circa 27 milioni di euro per ateneo e un considerevole incremento è visibile anche nei fondi della ricerca delle università 'top 5', con un budget di circa 125 milioni di euro per ateneo, contro i circa 82 del 2009", continua Pietrabissa. "Riguardo alla mission degli Utt continuano a prevalere due obiettivi: la promozione della valorizzazione in chiave economica dei risultati e delle competenze della ricerca scientifica e tecnologica; la diffusione di una cultura imprenditoriale della ricerca e il sostegno a iniziative di spin-off".

Il rapporto mostra come "oltre il 50% delle imprese spin-off della ricerca pubblica sia tuttora concentrato e consolidato principalmente al Nord, il Centro ne ospita il 26,9% mentre al Sud e nelle Isole risiede il residuo 22,9%".

Riguardo ai brevetti, "nel 2010 sono state identificate 473 invenzioni, con un aumento del 32,1% rispetto al 2009, per una media di 9,9 per università. Si conferma un peso relativo maggiore dei brevetti nazionali rispetto a quelli internazionali".

Il risultato complessivo è una sostanziale efficienza da parte degli Utt del campione, malgrado il budget di spesa per la protezione della proprietà intellettuale sia diminuito negli ultimi quattro anni.

 

Fonte: Riccardo Pietrabissa, email riccardo.pietrabissa@polimi.it