Focus: Anniversari

Codice a barre, dal supermarket alla medicina

di Matteo Tombolato

Nato nel 1973, è divenuto immediatamente la colonna portante del commercio mondiale, ma il suo sviluppo potrebbe oltrepassare i confini dell'economia e del commercio per approdare in campo biomedico

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È presente su tutti i prodotti di largo consumo e rappresenta un linguaggio universale per milioni di aziende di tutto il mondo. È il codice a barre, che lo scorso 3 aprile, come ricordato anche da Google con un Doodle commemorativo, ha compiuto 40 anni.

"Ideato inizialmente da due studenti di ingegneria, Norman Joseph Woodland e Bernard Silver, è stato realizzato nei laboratori dell'Ibm nel 1973, sviluppando un sistema prima di allora inesistente, che rappresenta oggi una colonna portante del commercio mondiale", afferma Ivo Rendina, dell'Istituto per la microelettronica e microsistemi (Imm) del Cnr di Napoli. "Le 13 cifre presenti alla base del codice forniscono informazioni numeriche riguardanti l'azienda e il prodotto, mentre la parte grafica rappresentata dalla sequenza di barre nere strette e larghe su fondo bianco contiene informazioni in codice morse che vengono rivelate da una sorgente di luce molto intensa e diretta come un laser".

I vantaggi portati dal codice a barre sono numerosi: velocizza le operazioni alle casse dei negozi, riduce sensibilmente gli errori di immissione dati e permette alle aziende di monitorare i propri prodotti in tempo reale. "Oggi è talmente importante e diffuso che il primo prodotto al mondo venduto tramite questo metodo di lettura è esposto nello Smithsonian's National Museum of American History", rivela il ricercatore.

Lo sviluppo del codice a barre potrebbe portare a scenari fino a poco fa reputati fantascientifici; tra questi il Qr code (quick read), un'evoluzione realizzata per essere letta da tutti gli smartphone e in grado di fornire istantaneamente informazioni dettagliate.

"Le ultimissime scoperte emerse dalle ricerche in campo nanotecnologico hanno evidenziato la possibilità di iniettare nel corpo umano microparticelle provviste di una sorta di codice a barre scritto, grazie alle quali potrebbero essere raggiunti risultati inimmaginabili in campo biomedico, come l'individuazione tempestiva di cellule tumorali", conclude Rendina. "Il concetto di base rimane lo stesso, ma anziché avvantaggiare le operazioni commerciali si potrà stabilire la posizione di una cellula malata che necessita di cure mirate".

Matteo Tombolato

Fonte: Ivo Rendina , Istituto per la microelettronica e microsistemi, Napoli, tel. 081/6132371, email ivo.rendina@cnr.it

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