L'altra ricerca

Piante, se il nome è un problema

pino
di Rosanna Dassisti

Le leggi relative alle specie protette si basano sulle loro denominazioni scientifiche e se queste ultime cambiano la tutela è sospesa. È quanto sottolinea Giovanni Bernetti, dell'Università di Firenze, sul sito dei Georgofili

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La moderna catalogazione botanica risale al 1753 con la pubblicazione del trattato 'De rerum Plantarum' di Carl von Linné, conosciuto come Linneo, opera che identificava ciascuna specie conosciuta all'epoca con un binomio in latino. "La pubblicazione aprì la speranza di adottare una nomenclatura delle piante di generale accettazione", scrive Giovanni Bernetti dell'Università di Firenze sul sito www.georgofili.it. "La questione interessa tutta la filiera della produzione vegetale e oggi ha rilevanza anche per l'applicazione della legislazione ambientale".

In coincidenza dell'Unità d'Italia, le guardie forestali usavano un manuale in cui si riportavano sia i nomi scientifici delle piante sia la loro denominazione nei dialetti delle varie regioni. Seguì una profonda revisione dei nomi attribuiti da Linneo. "Dal genere 'Pinus' derivarono i generi 'Picea', 'Abies' e 'Larix'", spiega Bernetti. "Le rosacee legnose, 'Pyrus', 'Crataegus' e 'Sorbus' ebbero una risistemazione; gli ontani vennero separati dalle betulle, e così via. Non mancarono, poi, altri cambiamenti: il castagno da 'Castanea vesca' passò a 'Castanea sativa'" .

L'incremento di nuove specie è stato continuo e cospicuo. Nel 1929 le specie vegetali presenti in Italia ,secondo la 'Flora analitica' di Adriano Fiori, erano 3.877; con la 'Flora d'Italia' del Pignatti (1982) le specie diventarono 5.599; con la 'Chek List' di Conti ed altri (2005) sono arrivate a 6.711. L'aumento dipende soprattutto da criteri di classificazione basati su differenze minime o addirittura incerte. "Emblematico è il caso di 'Rubus fruticosus', il comune rovo che produce le more, smembrato in ben 38 specie che è impossibile distinguere l'una dall'altra senza un'analisi di laboratorio", prosegue Brinetti. "Come fa un produttore di marmellata a certificare l'origine del suo prodotto specificando, come impone la legge, il nome scientifico della specie vegetale da cui ha tratto la sua confettura?".

Anche le leggi sulle specie protette si basano sui nomi scientifici, ma con il rischio che la proliferazione di nuovi danneggi la tutela: si pensi che solo nelle leggi regionali del Molise esistono 390 specie protette.

 

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