Vita Cnr

Antonio Barone tra memoria e futuro

Antonio Barone
di Francesca Gorini

A Napoli il ricordo dello studioso che ha 'fondato' la scuola di superconduttività dell'area campana, scomparso nel dicembre 2011. Dai suoi allievi storici al premio Nobel per la fisica Anthony Leggett, le testimonianze di amici e colleghi di tutto il mondo

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A cent'anni dalla sua scoperta, la superconduttività - il trasporto di corrente elettrica senza resistenza - resta ancora uno dei capitoli più affascinanti, difficili e ad oggi non ancora completamente compreso della fisica della materia. A questa disciplina è legato il nome di Antonio Barone, fisico napoletano di prestigio internazionale scomparso il 4 dicembre 2011.

La figura di scienziato e di uomo è stata ricordata lo scorso 27 aprile presso la facoltà di Ingegneria dell'Università 'Federico II' di Napoli, dove Barone era professore emerito di struttura della materia. Presenti amici e colleghi da tutto il mondo, dagli 'allievi storici', che ne hanno ricordato vari aspetti, al premio Nobel per la Fisica Antony Leggett (University of Illinois at Urbana-Champaign).

Barone è stato l'autore di 'Physics and applications of the Josephson effect', il più famoso testo sull'effetto Josephson (il fenomeno alla base delle applicazioni elettroniche della superconduttività), pubblicato dalla Wiley nel 1982 e successivamente tradotto in russo, giapponese e cinese. La sua levatura scientifica è stata definitivamente consacrata nel 2001 quando la Fondazione Nobel lo scelse come relatore in occasione del centenario del premio.

La vita professionale di Barone è sempre stata legata al Cnr: nel 1968, appena laureato, Eduardo Caianiello lo convinse a lavorare nel settore emergente della superconduttività e a trasferirsi presso l'allora laboratorio (oggi Istituto) di cibernetica di Arco Felice (Napoli). Iniziarono quindi le ricerche che portarono di lì a poco a importanti risultati di verifica sperimentale di alcune proprietà fondamentali predette da Brian Josephson.

Meno di dieci anni dopo, nel 1977, il Comitato scienze fisiche presieduto da Ugo Amaldi lo nominò direttore dell'Istituto di cibernetica (Icib), posizione che mantenne per 13 anni. Successivamente è stato direttore del progetto finalizzato del Cnr 'Superconducting and cryogenic technologies', a cui parteciparono le principali università e industrie italiane impegnate nella superconduttività. Negli anni seguenti ricoprì il ruolo di presidente del consiglio scientifico dell'Icib e vari incarichi istituzionali, fino a diventare ricercatore associato all'Istituto Spin, struttura fondata nel 2009.

A giusta ragione Antonio Barone è considerato il fondatore della 'scuola napoletana' di superconduttività, che annovera circa una sessantina di ricercatori sparsi tra due Istituti del Cnr (Icib e Spin) e tre atenei (la 'Federico II' e la Seconda Università a Napoli e l'Università di Salerno) e che costituisce un polo di eccellenza nel panorama internazionale per le strutture all'avanguardia, le tecnologie e le competenze nel settore dei materiali e dei dispositivi superconduttivi.

Fonte: Roberto Cristiano, Istituto di cibernetica "Edoardo Caianiello", Pozzuoli, tel. 081/8675320 , email r.cristiano@cib.na.cnr.it