Vita Cnr

All'Esa di Frascati per discutere di lampi gamma

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di Anna Capasso

Il ruolo dei sistemi temporaleschi quali acceleratori di particelle è stato recentemente confermato dalla misure della missione Agile, ponendo nuovi interrogativi sui fenomeni ad alta energia collegati ai fulmini. Il workshop 'Lightning, Terrestrial Gamma-Ray Flashes, and Meteorology', organizzato tra gli altri da Cnr e Inaf, ha riunito la comunità scientifica internazionale per definire nuovi studi e strategie osservative multidisciplinari

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Fulmini e sistemi temporaleschi sono stati recentemente confermati dalle misure della missione Agile come gli acceleratori di particelle naturali di maggior potenza e più alta energia sulla Terra, capaci di produrre elettroni, positroni, raggi gamma e neutroni con energie elevate fino a diverse decine di mega-elettronvolt. Nonostante questo, tali sistemi sono ancora poco studiati e compresi.

Il carattere fortemente multi-disciplinare della ricerca in tale ambito rende fondamentale il dialogo tra i settori delle scienze della terra e dell'astrofisica delle alte energie. In quest'ottica, l'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Cnr, l'Agenzia spaziale italiana (Asi) e l'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) hanno promosso il 18 aprile a Frascati presso Esa-Esrin (European Space Agency - European Space Research Institute) un incontro dal titolo 'Lightning, Terrestrial Gamma-Ray Flashes, and Meteorology'.

"I lampi gamma terrestri (Tgf) sono intense emissioni di raggi gamma di durata inferiore a un millisecondo, attualmente osservati dallo spazio da rivelatori progettati per l'osservazione di sorgenti cosmiche", spiega Stefano Dietrich, ricercatore Isac-Cnr. "Ancora non è chiaro in quali circostanze i campi elettrici che si producono all'interno di intensi eventi meteorologici convettivi siano in grado di innescare i Tgf, come è ancora allo studio la relazione spazio-temporale tra l'occorrenza dei Tgf e quella dei fulmini".

"Emissioni di lunga durata, fino a diverse decine di secondi, di raggi gamma e particelle sono state osservate da rivelatori al suolo progettati per lo studio dei raggi cosmici o il monitoraggio ambientale", aggiunge Marco Tavani dell'Inaf, responsabile scientifico della missione Agile. "Nonostante si ritenga che queste diverse forme di emissione condividano lo stesso meccanismo fisico di base, molti punti sono ancora oscuri: la più alta energia raggiungibile, verosimilmente legata alla struttura e intensità del campo elettrico, la relazione con i fulmini, il ruolo delle particelle di innesco e dei raggi cosmici e la relazione con la chimica e la microfisica delle nubi".

 

Fonte: Stefano Dietrich, Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima, Roma, tel. 06/49934354 , email stefano.dietrich@cnr.it 

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