La crisi economica che sta vivendo l'Italia insieme ad altri paesi avanzati ha naturalmente creato un mood poco propizio a una visione ottimistica del futuro. Eppure, secondo gli esperti, anche nelle oggettive difficoltà di questo momento storico, in alcuni settori del tessuto produttivo si possono scorgere timidi segnali di ripresa.
"Nel triennio appena trascorso, quello in cui gli effetti della crisi sono stati più evidenti, l'Istat ha registrato un costante incremento dei consumi culturali, che hanno visto aumentare i fruitori delle sale cinematografiche (+4%), i visitatori dei musei e dei monumenti (+3%) e gli spettatori teatrali (+2%)", spiega Lucio Pisacane dell'Istituto di ricerca sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) del Cnr di Roma. "Anche se la percentuale di spesa per 'ricreazione e cultura' è rimasta ferma al 6,9%, questi numeri testimoniano una rinnovata volontà di partecipazione e valorizzazione del patrimonio culturale e fanno immaginare un Paese meno depresso di come solitamente viene rappresentato".
Anche il caro carburante sta generando conseguenze positive negli stili di vita. "Gli italiani, per necessità forse più che per convinzione", prosegue il ricercatore dell'Irpps-Cnr, "iniziano a utilizzare maggiormente i trasporti pubblici, in particolare il treno per spostamenti medio lunghi. I dati Istat hanno mostrato un aumento sostanziale della quota passeggeri delle linee ferroviarie, sia locali che nazionali. Il numero di passeggeri trasportati è passato da 728 milioni nel 2004 agli attuali 838 milioni, con un aumento percentuale di più del 10%. Un atteggiamento che potrebbe avere ricadute positive anche sull'ambiente".
Ma è nel settore delle energie rinnovabili che si è riscontrata una crescita decisa proprio in concomitanza con la crisi dell'ultimo triennio. "Nel 2010 la quota del consumo interno lordo di energia elettrica coperta da fonti rinnovabili in Italia è stata pari al 22,2%, facendo registrare un incremento di quasi dieci punti percentuali nell'ultimo quinquennio", osserva Pisacane. "Inoltre, se esaminiamo nel dettaglio le singole fonti di energia verde, scopriamo che negli ultimi tre anni il fotovoltaico è cresciuto di quasi il 275% e l'eolico del 20%. Cifre che hanno avvicinato l'Italia alla Germania che, nonostante latitudini meno favorevoli, aveva primeggiato per kilowatt prodotti dal sole e per impianti e tecnologia".
Insomma, in un momento di grande instabilità come quello che stiamo sperimentando, questi numeri incoraggianti lasciano sperare in una ripresa della fiducia.
Fonte: Lucio Pisacane, Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali, Roma, tel. 06/492724270 , email lucio.pisacane@irpps.cnr.it