L'altra ricerca

La Terra è più ricca di gas e petrolio

di Antonella Tauro

Il rapporto annuale Eni rivela un aumento delle riserve di idrocarburi segno positivo anche per i consumi, grazie alle domande trainanti dei paesi asiatici e sudamericani

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Crescono le riserve mondiali di gas e petrolio nel mondo. A rivelarlo è l'undicesimo rapporto 'World oil and gas review', la statistica mondiale condotta dall'Eni su riserve, produzioni, consumi, esportazioni e importazioni di petrolio e gas naturale.

L'aumento è dovuto all'esplorazione di nuovi giacimenti offshore e a depositi non convenzionali, come lo 'shale gas', ovvero l'estrazione di gas intrappolato in accumuli di rocce argillose a profondità fra i 2.000 e i 4.000 metri. Le riserve certe di 'oro nero' sono aumentate nel 2011 del 3,6%, e dal 1995, hanno conosciuto un incremento pari a 260 miliardi di barili, crescita dovuta all'apporto sempre più consistente di paesi produttori diversi da quelli classici, tra i quali Kazakhstan, Nigeria, Ghana e Usa, che stanno ampliando le attività di 'deep water', ricerca in acque profonde.

L'Opec, il cartello che unisce i principali produttori, conferma la sua leadership con una crescita positiva del 2,9%, ma, come evidenzia il rapporto, è sempre il Medio Oriente a dominare il patrimonio petrolifero. L'Arabia Saudita compare, infatti, al primo posto fra i dieci maggiori produttori di petrolio al mondo, con 10,726 migliaia di barili al giorno, al secondo posto Russia e al terzo Stati Uniti, che sono anche i più grandi consumatori di petrolio al mondo, seguiti dalla Cina.

Le riserve di gas aumentano del 3%, grazie anche alle recenti scoperte di nuovi giacimenti in Turkmenistan. La Russia si conferma il più grande produttore al mondo, seguita dagli Stati Uniti la cui produzione, rispetto all'anno precedente, è cresciuta dell'8%. Sorprende l'aumento del Qatar, che si piazza al terzo posto, con un incremento del 25%.

Per quanto riguarda invece i consumi (+ 2,5%), vanno registrate tendenze contrastanti: la pesante flessione dell'Ue (-10,8%), dovuta alla congiuntura economica unita alle miti temperature registrate nel 2011, è stata compensata dai consumi trainanti di America Latina (+ 4,3%) e di Cina e Giappone (+ 9,4%), il quale, dopo che il disastro di Fukushima, ha rinunciato ad una rilevante fetta del suo parco nucleare e ha di fatto aumentato la domanda estera.

Antonella Tauro

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