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L'attenzione di tutto il mondo, in questi giorni, è stata attratta dalla missione di 'Curiosity': il 'suv', com'è stato definito, che si è poggiato sulla suiperficie di Marte superando enormi problemi tecnici dovuti alle particolarità atmosferiche del Pianeta rosso. Ma anche l'Italia nelle scorse settimane ha voluto fare il punto sui propri programmi spaziali.
A offrire lo spunto, l'inaugurazione della nuova sede dell'Agenzia spaziale italiana (Asi) presso il Campus universitario di Tor Vergata di Roma in coincidenza con il cinquantennio di collaborazione tra la Nasa e la ricerca spaziale italiana. Molte le autorità presenti, tra le quali il direttore generale della Nasa Lorin Garner, il direttore dell'Agenzia spaziale europea (Esa) Giuseppe Morsillo e il ministro per l'Istruzione, università e ricerca Francesco Profumo.
Sono intervenuti inoltre i nostri astronauti. Franco Malerba, il primo italiano in orbita che il 31 luglio ha festeggiato 20 anni dal lancio del 1992, la missione Tss-1; Maurizio Cheli, impegnato nella missione Tehered del 1996; Umberto Guidoni, primo italiano nell'aprile del 2001 a entrare nella Stazione spaziale internazionale (Iss); Roberto Vittori, anch'egli impegnato due volte nella Iss e, infine, Samantha Cristoforretti, che nel novembre 2014 raggiungerà la Iss a bordo di un Sojuz e sarà la prima astronauta italiana a volare nello spazio. Collegato in conferenza video da Houston negli States l'astronauta dell'Esa Luca Parmitano.
Il presidente dell'Asi, Enrico Saggese ha ricordato tutte le tappe dell'astronautica italiana: dall'accordo del maggio 1962 tra la Nasa e l'Italia, allora rappresentata dal Cnr, al primo lancio del 1964 del satellite italiano San Marco I, capace di spezzare l'indissolubile duopolio di Usa-Urss, fino ad allora i soli dominatori dello spazio.
"Stiamo costruendo con l'amministratore della Nasa un accordo intergovernativo tra l'Italia e gli Stati Uniti sulla parte spaziale con l'obiettivo di coronare tutto il lavoro compiuto nei quattro anni dell'amministrazione Obama", ha spiegato Saggese. Tra i prossimi progetti Usa-Italia, nuovi lanci satellitari per l'esplorazione dello spazio e, soprattutto, l'utilizzo di 'Global Hawk', un aereo senza pilota per scopi civili.
È stato inoltre ricordato il peso del nostro Paese nel più grande e ambizioso programma spaziale: la Stazione spaziale internazionale. Dal suo prima lancio in orbita nel 1998, l'Italia ha svolto un ruolo fondamentale per il suo completamento, realizzando oltre la metà degli elementi che lo compongono.
In chiusura le parole del ministro Profumo: "Perché investire nella ricerca spaziale? Perché il nostro Paese deve riprendere quel ruolo che gli spetta e che merita. Il nostro è un paese vecchio, c'è troppa burocrazia, bisogna ritornare a pensare di più e meglio. Innanzitutto con la ricerca".
Marco Caffarello