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La norma è stata approvata dalla XV Commissione consiliare permanente sviluppo economico, innovazione, ricerca e turismo della Regione Lazio, presieduta da Giancarlo Miele. Il provvedimento si configura come un piano di interventi in linea con la strategia Europa 2020 e con l'Agenda digitale del Governo italiano e si pone come obiettivo finale la creazione di una 'best practice' a livello regionale. Per raggiungere tale scopo sono state delineate alcune azioni prioritarie rivolte al pubblico, tra cui l'accessibilità ai dati mediante una piattaforma tecnologica, il loro riutilizzo - ossia l'uso delle informazioni pubbliche anche a fini commerciali diversi dallo scopo iniziale riconosciuto a fini istituzionali -, l'alfabetizzazione informatica e lo stimolo all'iniziativa economica nell'ambito tecnologico e dell'innovazione.
Al fine di promuovere un coordinamento normativo e funzionale nel territorio regionale, la legge non si limita a far sì che ad operare in tal senso siano la Regione e gli enti da essa strettamente dipendenti, ma mira a coinvolgere enti locali, organismi di diritto pubblico, biblioteche, musei e archivi, istituti di istruzione, università ed enti di ricerca presenti sul territorio laziale. Ciò mediante la previsione della facoltà di stipulare intese e l'individuazione di strumenti di premialità.
"Il testo unificato rappresenta un punto fondamentale per l'attuazione dell'Agenda digitale del Lazio nonché un forte incentivo allo sviluppo economico e culturale dell'intero territorio della Regione", ha spiegato Miele. "La legge vuole essere uno stimolo all'uso delle tecnologie digitali da parte della collettività e, contestualmente, alla creazione di attività a valore aggiunto connesse al riutilizzo della materia prima costituita da informazioni e dati pubblici. È necessario infatti creare una coscienza diffusa in relazione all'importanza di tale materia prima per lo sviluppo di prodotti e servizi basati sui contenuti digitali, che possano comportare un progresso sociale e un miglioramento della qualità della vita della società".
Federico Catani