Saggi

Volare, il sogno di 13 donne americane

mercury
di Rosanna Dassisti

I primi a mandare in orbita una donna furono i sovietici. Negli Stati Uniti, 13 aspiranti astronaute vennero inserite nel segretissimo progetto 'Mercury 13', interrotto bruscamente. Le astronaute dovranno aspettare gli anni '80. Martha Ackmann del New York Times racconta nel suo ultimo libro questa storia appassionante

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Stati Uniti 1960. Comincia il grande sogno. Nel suo discorso alla nazione, John Fitzgerald Kennedy annuncia che "l'economia, la difesa e l'esplorazione dello spazio cosmico necessitano di un intervento aggressivo". Nel giro di pochi anni l'uomo avrebbe messo piede sulla Luna.

È l'inizio di una frenetica e lunga maratona verso lo spazio. Si contendono il primato la Russia comunista e l'America capitalista. Ma i primi a mandare in orbita una donna, Valentina Tereshkova, furono i sovietici. Negli Stati Uniti, al momento, le donne possono essere solo le "mogli degli astronauti". Ma qualcosa sta per cambiare anche negli Usa: 13 aspiranti astronaute, tra cui Jerrie Cobb, Irene Leverton, Gene Nora Stumbough, Jerri Sloan, Jean Hixson, Bernice Steadman, Wally Funk, vengono inserite nel segretissimo progetto della Lovelace Foundation and Clinic, di Albuquerque nel New Mexico, dove sono condotti i durissimi test di selezione.

Martha Ackmann, giornalista del New York Times, del Boston Globe e autrice di numerosi studi scientifici, attenta alle problematiche che riguardano il contributo femminile nella società statunitense, ha condotto una ricerca scrupolosa sul programma spaziale di quegli anni, portando alla luce uno dei casi più eclatanti nel settore della ricerca. Il suo ultimo libro, 'Mercury 13', è un prezioso contributo alla conoscenza del mondo scientifico e spaziale americano.

I primi risultati dei test condotti in New Mexico vengono resi noti nel 1963, in un simposio medico a Stoccolma. La notizia fa il giro del mondo e in poco tempo il volto di Jerrie Cobb, che supera brillantemente tutte le prove selettive, finisce su tutti i quotidiani americani. Il progetto Mercury, voluto dall'allora direttore della Nasa James Webb, incontra però lo scetticismo del mondo aeronautico statunitense e dopo numerose prove, brillantemente condotte e superate dalle 13 aspiranti astronaute, viene interrotto bruscamente. Termina così il sogno di molte 'signore' di volare nello spazio e di contribuire alla grande corsa verso l'ignoto intrapresa dal Paese.

In realtà, come scrive la Ackmann nel suo volume, non tutto è perduto. Il contributo di queste 13 astronaute è stato determinante per gli anni a venire, in cui la Nasa aprì finalmente le sue porte al mondo femminile: dagli anni '80 numerose donne hanno volato a bordo del Columbia e del Challenger. Quattro di loro hanno pagato con la vita il raggiungimento della parità: Judy Resnik e Christa McAuliffe, scomparse nell'incidente del 1986 e Kalpana Chawla e Laurel Clark, morte nel 2003 a bordo del Columbia. E solo nel 1998 un'americana, Eileen Collins, poté sedere sul 'seggiolino di sinistra' come comandante dello Shuttle.

Le pagine del libro mostrano quanto fossero dotate le componenti del gruppo Mercury, quanto fosse profonda la loro passione per il volo e come gli Stati Uniti si siano lasciati sfuggire un'incredibile opportunità.

 

Rosanna Dassisti

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titolo: Mercury 13
categoria: Saggi
autore/i: Ackmann Martha
editore: Springer Verlag
pagine: 296
prezzo: € 24.00

  

 

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