Faccia a faccia

Arte e cultura, la nostra maggiore ricchezza

teatro
di Silvia Mattoni

Da due anni è in scena con 'Niente progetti per il futuro' e sono previste repliche anche per il prossimo. Un gioco teatrale surreale che racconta una società in crisi. Ma c'è chi ancora i progetti li fa e crede nel futuro. Uno di questi è Enzo Iacchetti, il protagonista

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Inizia a calcare le scene al Derby Club di Milano alla fine degli anni '70, ma per assaporare il vero successo, Enzo Iacchetti deve aspettare il 1990 quando inizia a collaborare con il Maurizio Costanzo Show, presentando le sue poesie e 'Canzoni bonsai'. Quattro anni più tardi ottiene la conduzione di 'Striscia la notizia' insieme con Ezio Greggio, un sodalizio artistico ancora oggi molto forte. Interpreta anche sit-com, come 'Quei due sopra il Varano', con Lello Arena, e film per la tv 'Come quando fuori piove' e 'Da cosa nasce cosa'. Nel 2006 con l'arrivo in Italia del musical di Mel Brooks 'The Producers', Iacchetti si aggiudica il ruolo di Max Byalistock. Da qui l'idea di debuttare come cantante con 'Chiedo scusa al signor Gaber', disco di cover, per il quale riceve il 'Riccio d'Argento' della 24ª edizione di 'Fatti di musica'. Dallo scorso anno è a teatro in coppia con Giobbe Covatta con 'Niente progetti per il futuro'. Un testo surreale che racconta con toni leggeri e paradossali una società in crisi.

Come è nata la sua carriera nello spettacolo?

Ho sempre sognato di fare il cantante. Già a nove anni i miei parenti, in cambio di un gelato, mi facevano interpretare i successi dell'epoca, come un jukebox. Negli anni '70 ho provato anche a fare il cantautore, ma senza sfondare. Allora ho pensato di sfruttare la mie capacità di comico, iniziando a frequentare il Derby a Milano. Dopo un provino, sono stato preso in pianta stabile e ho lavorato lì per tutti gli anni '80, interpretando spettacoli con Salvi, Faletti, Valdi, Giobbe Covatta, Malandrino e Veronica, I Gatti di vicolo miracoli. Da qui è partito tutto. Per arrivare poi in televisione negli anni '90, quando ho iniziato a collaborare con il 'Maurizio Costanzo show', presentando le 'Canzoni bonsai'. Quattro anni più tardi è arrivata la conduzione di 'Striscia' insieme a Greggio, ma senza lasciare mai il teatro.

Infatti si divide ancora tra televisione e teatro: quale dei due preferisce?

Il teatro, anche se è più faticoso e si guadagna meno. Ho la fortuna di fare buona televisione grazie a 'Striscia': ci lavoro tre mesi l'anno, riuscendo poi di dedicarmi al palcoscenico, al musical e al canto. Ho anche un'etichetta discografica indipendente per aiutare i giovani di talento che faticano a farsi ascoltare. Svolgo poi attività di solidarietà. Ho inciso un disco, 'Acqua di Natale', che ha ricevuto anche il 'disco d'oro' e il ricavato delle 35 mila copie vendute è servito all'Amref (African medical and research foundation) per  costruire una diga per la raccolta di acqua piovana nel distretto di Bamba in Kenya: una volta terminata, potrà fornire acqua pulita a oltre 2600 persone.

Consiglierebbe ancora questo mestiere? 

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Sebbene siano molti gli artisti che scelgono di lasciare l'Italia, penso ancora che il canto, la musica, il teatro e l'arte in genere siano la prima potenza economica del nostro Paese. Investirei molto di più nella cultura e soprattutto nei giovani. Per questo vado spesso nei 'teatri off' in cerca di nuovi talenti. E lo dico, in particolar modo, come volontario di Amnesty International.

In 'Niente progetti per il futuro', interpreta Tobia, un ex-vip della tv che reagisce al licenziamento con il suicidio. Ha trovato lati in comune con questo personaggio?

Moltissimi. E non poteva essere altrimenti: la storia è stata scritta proprio su me e su Giobbe Covatta e il copione è stato ulteriormente elaborato da noi per adattarlo alle nostre personalità. Il personaggio che interpreto, come me, esprime ciò che pensa, a volte andando contro corrente. Tobia è un rappresentante della televisione decadente, psicologo di nascita ma opinionista tuttologo di adozione e, in questo contrariamente al mio temperamento, assetato del potere dello show business. Dunque, un uomo colto e ironico ma al contempo egoista ed egocentrico, che finisce in disgrazia solo per aver offeso un alto papavero della televisione in uno dei suoi salotti televisivi. Sebbene pentito dell'incauto gesto, viene comunque allontanato dalle scene, facendo emergere in lui la parte più cinica e nichilista. Per fare un po' di 'rumore' intorno alla sua immagine, sposa una starlette della tv con cui era fidanzato da tempo. Ma non riuscendo nell'intento, decide di concludere la sua vita salendo sul ponte pedonale della sua città, sul quale incontra un altro aspirante suicida, Ivan, un garagista molto curioso, interpretato da Giobbe Covatta.

In una situazione simile, Iacchetti come si sarebbe comportato?

Intanto non ho mai perso il mio posto di lavoro e comunque, se mi fossi trovato nella situazione di Tobia, non avrei mai pensato di farla finita. Avrei lasciato il mondo della televisione per dedicarmi ad altro, ad esempio al teatro a tempo pieno. Insomma avrei trovato altri spazi nel mondo dello spettacolo.

Divide il palco con Giobbe Covatta. Cosa vi accomuna?

Tutto. È da 30 anni che ci conosciamo. In questa pièce teatrale io faccio il cattivo e l'arrogante, lui il buono. Naturalmente al pubblico piace più il suo personaggio, Ivan, ma alla fine apprezzano anche me.  

Le piacerebbe interpretare la parte di uno scienziato? Quale?

Sicuramente sarei uno Zichichi perfetto... Ma tra tutti gli scienziati, mi piacerebbe portare sulla scena Christiaan Neethling Barnard, il chirurgo sudafricano che per primo nella storia della medicina nel 1967 è riuscito a salvare una giovane di 25 anni trapiantandole il cuore della madre, morta in un incidente stradale. Farei una fiction televisiva sulla sua storia straordinaria. Come socio dell'Associazione italiana donatori organi (Aido), ritengo sia necessario diventare donatori di organi, tessuti e cellule per donare ancora la vita a chi è stato meno fortunato.  Tra l'altro da giovane avrei voluto fare il medico, poi la passione per la musica ha preso il sopravvento.

Darebbe un tapiro a qualche scienziato?

Non mi sembra abbiano combinato cose abbastanza grosse! Casomai lo darei a chi usa le scoperte scientifiche in modo inappropriato.

Il suo sogno nel cassetto?

Andare avanti ancora per molti anni per continuare a fare questo mestiere e, infine, fare un film tutto mio.

Silvia Mattoni

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