Focus: 25 anni del web

Google scivola sull'oblio

globo internet
di Claudio Barchesi

Una recente sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea impone al noto motore di ricerca di rimuovere dal suo indice le pagine che i cittadini europei ritengono violino il diritto alla privacy. Una valanga di richieste è piovuta su Mountain View

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Sparire da Internet? Ora si può. La Corte di giustizia europea ha recentemente espresso il suo parere nella causa 'C-131/12 - Google Spain SL, Google Inc. / Agencia Española de Protección de Datos’, riconoscendo a un cittadino spagnolo, Mario Costeja González, il diritto di far cancellare dal motore di ricerca le pagine riguardanti il pignoramento di alcuni immobili, avvenuto anni prima.

La Corte, nelle motivazioni, ha esteso ai motori di ricerca la celebre direttiva 95/46/CE del Parlamento e del Consiglio europeo, che protegge le libertà e il diritto alla vita privata delle persone nel trattamento dei dati personali.

“È una sentenza storica”, spiega Domenico Laforenza, direttore dell’Istituto di informatica e telematica (Iit) del Cnr di Pisa. “La Corte ha affermato che, quando un motore di ricerca 'raccoglie’ dati e li 'organizza’, di fatto 'tratta’ dati sensibili, e può incidere significativamente sui diritti fondamentali e sulla vita privata delle persone. Un’interpretazione di non poco conto”.

La decisione della Corte apre scenari di grande complessità, tra il diritto alla tutela della privacy e quello del pubblico ad accedere alle informazioni in rete. “Regolare 'per legge’ un mondo in continua mutazione come Internet è estremamente difficile”, continua Laforenza. Di questi temi ci siamo interessati anche al Cnr: nel 2011 con il convegno 'La memoria lunga della rete. Privacy, reputazione e diritto all'oblio nell'era digitale’, poi al 3° Privacy Day Forum del 2013 e nel corso dell’Internet Festival 2014”.

Google ha recepito le indicazioni della Corte mettendo a disposizione dei cittadini europei un modulo per richiedere la rimozione delle pagine con contenuti considerati “inadeguati, irrilevanti o non più rilevanti, in relazione agli scopi per cui sono stati pubblicati”. Secondo i dati riportati dal 'Financial Times’ il primo giorno sono arrivate a Google 12 mila richieste di cancellazione. Dopo 4 giorni il conto era arrivato a 41 mila, con una media di 7 richieste al minuto. Le prime cancellazioni sono previste per metà giugno.

“Separare le richieste legittime da quelle illegittime, tese a censurare opinioni altrui, non sarà facile. Occorrerà vagliare caso per caso" conclude il direttore dell’Iit-Cnr.

Claudio Barchesi

Fonte: Domenico Laforenza, Istituto di informatica e telematica, Pisa, tel. 050/3152123, email domenico.laforenza@iit.cnr.it 

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