Hermes, le scarpe che ricaricano il cellulare
Grazie a un piccolo dispositivo interno, queste calzature convertono l'energia prodotta dalla camminata in energia elettrica, sfruttando i principi dell'elettromagnetismo
Si chiamano non a caso Hermes, come il dio messaggero che indossava calzari alati, le scarpe ideate dalle studentesse del Liceo scientifico 'C. Salutati' di Montecatini Terme con il supporto dell'Istituto di chimica dei composti organometallici (Iccom) del Cnr di Pisa. Anche se non consentono di volare, queste calzature hanno infatti qualcosa di molto originale: grazie a un dispositivo inserito al loro interno, sfruttando i principi dell'elettromagnetismo convertono l'energia meccanica prodotta dalla camminata in energia elettrica per ricaricare cellulari, iPod o altri dispositivi.
Grazie a questa creazione, le studentesse hanno conquistato, nel 2010, il premio 'Creatività femminile' all'interno dell'iniziativa InvFactor, la manifestazione organizzata dall'Istituto di ricerca sulle popolazioni e le politiche sociali (Irpps) del Cnr che premia i giovani inventori.
"Il coinvolgimento del Cnr nel progetto è consistito dapprima nel trasferimento dell'informazione alle scuole e poi nella realizzazione tecnologica della proposta, fase complicata per studenti di un liceo", spiega Vincenzo Palleschi, responsabile del laboratorio di Spettroscopia applicata dell'Iccom-Cnr. "Abbiamo aiutato le ragazze a realizzare concretamente l'oggetto anche con il supporto di un'azienda del settore calzaturiero. Inoltre, quando l'ideatrice ha compiuto diciotto anni, abbiamo brevettato l'invenzione".
Ma come funziona il meccanismo? "All'interno del tacco", prosegue il ricercatore, "è inserito un piccolo avvolgimento elettrico, un solenoide, con all'interno un magnete mobile che durante la camminata produce corrente. L'energia prodotta viene accumulata in una batteria che, collegata con un filo al solenoide, può essere portata in tasca. Il sistema, ancora non ottimizzato, consente con una passeggiata veloce di 2-3 ore di ricaricare circa 1/4 di batteria di un cellulare o di un iPod. Con un magnetino più potente si potrebbe fare meglio e lo faremo non appena la collaborazione con un'impresa di calzature si concretizzerà". Attualmente, due aziende di Montecatini e Monsummano sono interessate alle scarpe e vorrebbero acquisire il brevetto per poterle realizzare e metterle sul mercato.
"Questa invenzione", conclude Palleschi, "ha permesso alle ragazze di esprimere la loro creatività in un settore importante come quello del risparmio energetico e ha dato loro l'opportunità di entrare in contatto con il mondo della ricerca".
Rita Lena
Fonte: Vincenzo Palleschi, Istituto di chimica dei composti organo metallici, Pisa, tel. 050/3152224 , email vincenzo.palleschi@cnr.it -