Smettere di fumare, difficile ma non impossibile
'Light 13’, la notte dei ricercatori organizzata al Planetario dell’Eur di Roma, è stata l’occasione per distribuire al pubblico una serie di test che calcolano la dipendenza da nicotina e la determinazione a liberarsi del vizio. Un’iniziativa organizzata dall’Ufficio prevenzione e protezione del Cnr
Il Servizio prevenzione e protezione (Spp) del Cnr ha organizzato uno stand informativo sui danni causati dal tabagismo e sull’importanza di 'liberarsi’ dal vizio, in occasione di 'Light 13’, svolta il 27 settembre scorso al Planetario dell’Eur di Roma nell’ambito della Notte dei ricercatori.
La postazione, allestita in collaborazione con l’Ufficio promozione comportamenti e stili di vita del ministero della Salute, l’Istituto di farmacologia e tossicologia della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università 'Sapienza’ di Roma e la sezione della provincia di Roma della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), ha rappresentato l’occasione per distribuire a numerosi 'visitatori-fumatori’ specifici questionari che calcolano la dipendenza da nicotina e la determinazione a smettere di fumare.
Spiega Roberto Volpe dell’Spp del Cnr, responsabile dello stand: “Abbiamo offerto la possibilità di rispondere a tre test: il Fagerström (Ftnd) composto da sei domande che calcola la dipendenza da nicotina in una scala da zero a dieci; il Severity of Dependence Scale (Sds), che misura la compulsione della dipendenza tra 0 e 15; il test motivazionale, che valuta il desiderio e la determinazione nello smettere di fumare, con un punteggio 4-6 15-19”.
Gli oltre 50 volontari hanno ottenuto ai test un punteggio medio di 4,1 per il Ftnd, di 7,9 per l’Sds e di 10,7 per il test motivazionale: “Risultati che indicano come spesso i fumatori, pur mostrando dipendenza, sarebbero motivati a smettere. Per questo è importante non abbandonarli, ma aiutarli facendo loro conoscere i centri antifumo universitari, ospedalieri, della Lilt. Smettere di fumare è difficile, ma non impossibile”, aggiunge Volpe.
Si calcola che nel mondo muoiano circa quattro milioni di persone l’anno per patologie fumo-correlate quali malattie coronariche, tumori, patologie cerebro-vascolari e broncopatie cronico ostruttive, destinate a crescere fino a 10 milioni entro il 2020, se si mantiene la tendenza attuale. Di queste, 85-90.000 sono le vittime in Italia, dove fuma il 21% della popolazione adulta. L’Organizzazione mondiale della sanità ha più volte ribadito come il fumo di tabacco sia la principale causa di morte prevenibile nei paesi sviluppati. La prevenzione dei danni derivanti dall’esposizione attiva e passiva costituisce, quindi, un obiettivo prioritario della politica sanitaria anche del nostro Paese.
“L’Italia ha messo a punto una serie di linee guida che promuovono la cessazione dal fumo, in aggiunta alla legge introdotta nel gennaio 2005 che ha vietato il fumo in tutti i luoghi pubblici”, precisa Maria Caterina Grassi dell’Università 'Sapienza’ di Roma. “Queste raccomandano l’uso delle terapie farmacologica - terapia sostitutiva nicotinica, impiego di farmaci quali il bupropione o la vareniclina - e di counseling cognitivo-comportamentale individuale o di gruppo, mentre è in fase di sperimentazione clinica il vaccino antinicotina".
Fonte: Roberto Volpe, Servizio prevenzione e protezione del Cnr, tel. 06/49937630 , email roberto.volpe@cnr.it