Vita Cnr

Spintronica, la promessa della zirconia 'drogata'

Immagine stilizzata zirconia
di Francesca Gorini

Lo studio sulle proprietà di questo materiale, condotto da ricercatori dell’Imm-Cnr di Agrate Brianza e dell’Imem-Cnr di Parma, ha colmato per la prima volta il gap tra previsione teorica e misure sperimentali. Si aprono così, per uno dei composti più promettenti, possibili applicazioni nell’elettronica di spin

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“Per la prima volta è stato colmato il gap tra la previsione teorica e le misure sperimentali del materiale”. Queste le parole che uno dei più importanti portali internazionali di informazione scientifica, 'Phys.org’, ha dedicato alla ricerca sulle proprietà della zirconia 'drogata’ con impurità di ferro, condotta da ricercatori dell’Istituto per la microelettronica e microsistemi (Imm) del Cnr di Agrate Brianza e dell’Istituto dei materiali per l’elettronica e il magnetismo (Imem) del Cnr di Parma.

Lo studio, pubblicato lo scorso maggio sulla rivista 'European Physical Journal B’, indaga le proprietà di un materiale ritenuto tra i più promettenti per applicazioni nel campo dell’elettronica di spino spintronica. “La spintronica si basa su una proprietà intrinseca degli elettroni che compongono materiali semiconduttori comunemente utilizzati per la creazione di dispositivi elettronici, chiamata spin”, spiega Davide Sangalli dell’Imm-Cnr, tra gli autori della ricerca. “Lo spin determina le caratteristiche magnetiche del materiale, il cosiddetto 'momento magnetico’. La sfida è riuscire a sintetizzare tali materiali alle più alte temperature possibili, così da assicurarsi che le proprietà magnetiche possano essere utilizzate per applicazioni anche a temperatura ambiente”. 

Proprietà magnetiche e struttura elettronica della zirconia drogata con ferro sono quindi state studiate combinando simulazioni con tecniche sperimentali, così da predirne e verificarne il comportamento. “L’attività teorica ci ha fornito previsioni accurate delle proprietà del materiale e su come modificarle per avere gli effetti desiderati” aggiunge il coordinatore Alberto Debernardi, “l'esperimento ci ha fornito un banco di prova per testare le nostre previsioni e una finestra aperta su nuovi fenomeni del mondo microscopico che la nostra immaginazione faticherebbe a concepire. La ricerca è stata in parte finanziata dalla Fondazione Cariplo, attraverso il progetto 'Oxides for spin electronic applications (Osea).

Fonte: Alberto Deberbardi, Istituto per la microelettronica e microsistemi (Imm-Cnr) - Uos di Agrate Brianza, tel. 039/6037804