Vita Cnr

Geosdi va in Palestina

Schermata Geosdì
di Claudio Barchesi

L'Imaa metterà a punto per il World Food Program delle Nazioni Unite, il sistema informativo geografico basato su web (WebGis) destinato a costituire il nucleo del Centro di comando e controllo per le esigenze di tutela del territorio e della popolazione palestinese

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Il laboratorio Geosdi dell’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale (Imaa) del Cnr, che studia, realizza e distribuisce sistemi software geospaziali web based utilizzando un approccio open source, è in procinto di sottoscrivere con il World Food Programme (Wfp) delle Nazioni Unite, un Memorandum of Understanding per sviluppare l’infrastruttura di gestione dei dati spaziali e il sistema informativo geografico del Centro di comando e controllo per le esigenze di tutela del territorio e della popolazione della Palestina.

Il progetto Onu punta a ridurre i rischi di disastri ambientali e aumentare la capacità di recupero delle comunità in caso di disastro. “È un incarico importante che ci è stato assegnato anche a seguito di un precedente lavoro per il Wfp da noi svolto nello Zambia all'interno del progetto Zepris, una Dmmu (Disaster Management and Mitigation Unit) per il governo del Paese”, spiega Dimitri Dello Buono, team leader di Geosdi. “L’informazione geospaziale è riconosciuta come una componente fondamentale del processo di riorganizzazione e modernizzazione della Pubblica amministrazione e il nostro gruppo dopo la prova prodotta durante il terremoto dell’Emilia, con il centro di commando e controllo della Protezione civile centrato sulla piattaforma Geosdi, ha ricevuto dal ministero della Difesa l’incarico di realizzare un’infrastruttura per la gestione di dati geospaziali militari”.

Un team costituito da sette università e dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ha poi deciso di utilizzare Geosdi per il progetto Mito, finanziato dal Miur con 10 milioni di euro. Il lavoro e le ricerche del team Geosdi sono finanziate con fondi pubblici e privati. ”L'approccio open source che abbiamo dato al nostro percorso ci apre a sempre nuove collaborazioni”.

Le attività dell’Imaa-Cnr della Basilicata cominciano inoltre a sollecitare l’interesse dei grandi attori internazionali del big data, che hanno fatto della gestione dei dati spaziali uno dei pilastri del loro modello di business. Google ha già incontrato Dimitri Dello Buono nella sua sede di Mountain View.

 

Fonte: Dimitri Dello Buono, Istituto di metodologie per l'analisi ambientale, Tito Scalo, tel. 0971/427305 , email dimitri.dellobuono@cnr.it