Una sottile differenza si evidenzia tra le due opere: sembra che i versi di Dante abbiano componenti intrinseche per cui restano più impressi anche se la metrica viene distrutta. “La differenza è ancora più forte quando si misurano gli effetti sulla memoria: i brani di 'nonsense' tratti dall'Ariosto si ricordano proporzionalmente alla loro plausibilità poetica, mentre per Dante questa relazione non sussiste. Eppure il loro versificare è metricamente simile, solo leggermente più libero in Dante. E, ancora più sorprendente, i partecipanti rispondono più lentamente al test coi passaggi dell'Ariosto, soprattutto quando la metrica è integra”, conclude la ricercatrice. “Come se Dante, così interessante anche nella scelta dei suoni e delle strutture sintattiche, si ricordasse a prescindere dalla metrica, mentre con l'Ariosto, più leggero e meno coinvolgente, per ricordarsi le parole serva appoggiarsi alla metrica, ma questo richieda un qualche sforzo di più”.
Il gruppo di ricercatori coinvolti si occupa di studiare schemi comportamentali, ovvero sequenze di comportamenti attivate dal nostro cervello. In questo caso, è stata usata la metrica per dimostrare che spesso gli schemi non sono strutture rigide, ma guide per la memoria, reclutabili o meno a seconda dei bisogni del nostro pensiero e della disponibilità di alternative.
titolo: In Poetry, if Meter has to Help Memory, it Takes its Time
categoria: Multimediale
autore/i: Andreetta Sara Treves Alessandro, Soldatkina Oleksandra , Boboeva Vezha
editore: Bioarxive