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Una scala ambientale per i terremoti

Soccorritori terremoto l'Aquila
di Francesca Gorini

La 'Environmental Seismic Intensity Scale' classifica l'intensità dei terremoti sulla base degli effetti ambientali. Messa a punto con il contribuito di due ricercatrici dell'Istituto per l'ambiente marino costiero del Cnr di Napoli, è stata riconosciuta a livello internazionale con l'inserimento nella 'Encyclopedia of Natural Hazards' della Springer

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Un nuovo approccio alla valutazione dei terremoti che ne misura l'intensità a partire dagli effetti ambientali anziché antropici. È quanto propone la 'Environmental Seismic Intensity Scale' (Esi), messa a punto da un team internazionale di geologi, sismologi e ingegneri di cui fanno parte anche Eliana Esposito e Sabina Porfido dell'Istituto per l'ambiente marino costiero (Iamc) del Cnr di Napoli. Il metodo ha ora ricevuto un importante riconoscimento internazionale: è stato inserito nella 'Encyclopedia of Natural Hazards' pubblicata dalla Springer, nella voce 'intensity scale'.

"Il riconoscimento testimonia l'utilizzo della nostra metodologia a livello mondiale", spiega Porfido. "Generalmente l'intensità dei terremoti viene valutata sulla base del grado di danneggiamento degli edifici. La novità introdotta dal nostro sistema consiste nello stabilirla esclusivamente sulla base di fattori ambientali: faglie, sollevamenti e abbassamenti tettonici del suolo come effetti primari; fratture, frane e tsunami come effetti secondari. Ciò rende possibile la classificazione degli eventi sismici anche in aree deserte o scarsamente abitate, dove gli effetti sulle strutture antropiche sono assenti o poco diffusi".

La scala rende possibile anche una valutazione comparabile a livello globale, essendo gli effetti sull'ambiente indipendenti da fattori culturali e tecnologici: "Teniamo presente che in caso di terremoti con intensità maggiori o uguali al decimo grado, quando la maggior parte degli edifici risulta spesso distrutta, gli effetti sul terreno continuano a essere presenti. E non si può non tenerne conto quando si pianificano interventi di ricostruzione", conclude Esposito.

Messa a punto nel 2007 quale risultato di una ricerca internazionale sulla valutazione dell'intensità condotta nell'ambito di un progetto Inqua (International Union for Quaternary Research), la scala Esi è disponibile in nove lingue: inglese, italiano, spagnolo, russo, tedesco, greco, olandese, giapponese e coreano.

Fonte: Eliana Esposito, Istituto per l'ambiente marino costiero, Napoli' ; Sabina Porfido, Istituto per l'ambiente marino costiero, Napoli', tel. 081/5423842 

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