Focus: Ricerca

Dottorato industriale, un volano per l’industria e per il Paese

Aree di ricerca
di Marta Rapallini

Questo percorso di studi, ancora poco diffuso in Italia, ha l’obiettivo di fare da ponte tra gli studenti e le imprese, coinvolgendo sia tutor aziendali che accademici. Per favorirne la diffusione, Cnr e Confindustria  hanno messo a punto e poi applicato una pratica innovativa dando vita a progetti per borse di dottorato in cui ricerca e impresa sono protagonisti in tutte le fasi del processo. Parla dell’iniziativa Marta Rapallini dell’Ufficio programmazione e Grant Office del Cnr

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Il dottorato di ricerca è solo un pre-requisito per la carriera accademica? Nei Paesi con i sistemi formativi più avanzati non è così: una percentuale rilevante dei dottori di ricerca lavora nelle aziende. In Italia, invece, raramente si trovano dottori di ricerca nel settore industriale. Questa anomalia è insieme causa ed effetto della limitata innovazione del nostro sistema produttivo. Per superare questa criticità, negli ultimi anni è stata introdotta una nuova tipologia di dottorato, il Dottorato industriale che ha proprio l’obbiettivo di avvicinare i dottori di ricerca alle imprese. Infatti il dottorando è guidato nel suo percorso formativo da tutor aziendali e accademici e svolge parte del suo percorso formativo in un’azienda.

Il Dottorato industriale però è ancora poco diffuso e alcune indagini svolte hanno mostrato che una delle principali cause è la mancata integrazione strutturata tra aziende e università nella sua progettazione e gestione. Se il connubio dottorati-industria ha finora dato in Italia risultati minori di quelli attesi, è probabilmente il caso di ripensare se le due parti abbiano fatto quanto necessario per rendersi vicendevolmente attraenti, e quali possano essere le azioni pubbliche da intraprendere. Per essere più espliciti: siamo sicuri che i corsi di dottorato di ricerca, anche nelle materie più attinenti all’innovazione industriale, siano davvero finalizzati a dare risposta ai bisogni delle imprese? E di rimando, che cosa rende le imprese italiane nel loro complesso così poco propense a investire in R&S e innovazione? In che misura l’acquisizione di dottori di ricerca con altre competenze potrebbe consentire di fare un salto verso prodotti, processi e servizi con maggiore contenuto di conoscenza?  

Una risposta a queste domande è stata data da Confindustria e Cnr, che hanno elaborato, e poi messo in pratica, una procedura innovativa per definire progetti per borse di dottorato in cui ricerca e impresa siano protagonisti in tutte le fasi del processo. Obiettivo di questo programma è stato creare un vero e proprio ecosistema dell’innovazione, in cui impresa e ricerca insieme identificano e progettano un percorso di dottorato coerente con le reali esigenze dell’impresa, fin dalla definizione della domanda di ricerca di queste ultime. Attivare borse di Dottorato industriale è spesso complicato: da una parte c’è la difficoltà per l’impresa di comprendere il potenziale di innovazione che un Dottorato industriale può offrire; dall’altra c’è la difficoltà di calare nelle norme ministeriali e nei regolamenti di ateneo un progetto dottorale adeguato nel contenuto, nei modi e nei tempi alle reali esigenze dell’impresa. Il Cnr, per la sua naturale vocazione al trasferimento tecnologico e per la sua consuetudine al dialogo sia con gli atenei che con le imprese, può essere uno snodo fondamentale per superare questi ostacoli. Questo approccio favorisce anche l’inserimento dei dottori di ricerca nelle aziende, aumentando il potenziale di innovazione delle imprese direttamente coinvolte nel progetto.

Le borse di questi dottorati attualmente vengono finanziate dal Cnr e dalle aziende di volta in volta coinvolte ma è auspicabile che, vista l’efficacia di questa sperimentazione, si possano trovare nuove risorse nell’ambito del Pnrr. L’efficacia dell’iniziativa è misurabile dall’aumento del numero dei Dottorati industriali attivati ogni anno: abbiamo iniziato finanziando 14 borse nel XXXIV° ciclo, sono state 30 le borse nel XXXVII° e saranno 38 le borse che Cnr e imprese finanzieranno nel prossimo XXXVIII° ciclo.

Nei primi tre cicli sono state coinvolte 200 imprese che hanno presentato circa 250 proposte per borse di dottorato industriale, di queste oltre la metà sono Pmi e oltre il 20% sono micro-imprese. Questo risultato è significativo perché dimostra che la procedura sviluppata da Cnr-Confindustria, coinvolgendo le imprese fin dalla definizione del progetto di dottorato, ha reso questo strumento finalmente appetibile anche per le Pmi e micro imprese, fino a oggi molto meno coinvolte nei dottorati industriali di quanto non lo siano state le grandi imprese dotate di una struttura di ricerca interna. Sono proprio le Pmi e le micro-imprese che possono trarre maggiori benefici da questo progetto in termini di innovazione, in quanto spesso non sufficientemente strutturate per attivare in autonomia progetti di Dottorato industriale. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle borse di dottorato finanziate nell’ambito di questo progetto, quasi la metà sono state accolte in atenei delle regioni del Sud del Paese, e in particolare il 20% di tutte le borse di dottorato sono state attivate negli atenei della Campania.

L’attivazione di un numero crescente di dottori di ricerca, direttamente collegati con i progetti delle imprese, richiede dunque di valutare in che misura essi contribuiscono all’innesco di processi di innovazione industriale stabili, e quindi il loro assorbimento nel mercato del lavoro da parte dell’industria: sarà interessante monitorare i percorsi professionali dei dottori di ricerca formati nel Dottorato industriale. I segnali finora ricevuti sono incoraggianti, tanto che i Dottorati industriali emergono non solo come uno strumento di politica educativa, ma anche di politica industriale. Possiamo quindi ottimisticamente sperare che essi costituiscano un contributo - finora ancora limitato, ma in prospettiva crescente - per la creazione di un’economia della conoscenza anche nel nostro Paese.

Fonte: Marta Rapallini, Ufficio programmazione e Grant Office, e-mail: marta.rapallini@cnr.it